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mercoledì 10 luglio 2024 | 12:28
Cronaca

Decreto Flussi - Migranti spolpati e società ad hoc per gli affari milionari sul click day, i calabresi coinvolti nell’inchiesta della Dda di Salerno - Notizie

Il sistema avrebbe permesso l'ingresso di 2.500 persone in Italia basato su dati inesistenti o falsificati. Sequestrati beni per 6 milioni di euro, un clan di camorra coinvolto nelle operazioni di riciclaggio

di Redazione Cronaca

I contanti trovati durante il blitz

La Tenenza Guardia di Finanza di Battipaglia del Comando Provinciale di Salerno, ha eseguito una ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 47 indagati: 13 sono destinatari della custodia in carcere, 24 degli arresti domiciliari e 10 della misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali e professionali per 12 mesi.

L’operazione ha toccato anche la provincia di Cosenza: in carcere sono finiti Francesco Cavaliere, 38 anni, di Cassano allo Jonio e Luca Fucile, 50 anni, nato a Pedace (oggi Casali del Manco); ai domiciliari Raffaele D’Elia, 24 anni, di Castrovillari e Antonio Miniaci, 64 anni, di Trebisacce. È stata invece sottoposta al divieto di esercitare attività imprenditoriali la 54enne Angelina Paldino di Corigliano Rossano. 

I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, violazione dell'articolo 12 Decreto legislativo 286/98 contenente disposizioni contro l'immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Contestualmente ufficiali di Polizia Giudiziaria del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro —Reparto Operativo di Roma e Gruppo di Napoli - e del Gruppo Guardia di Finanza di Salerno, stanno eseguendo un provvedimento di fermo nei confronti di altri 7 indagati, nei confronti dei quali viene contestata la violazione dell'art. 12 D. Lvo 286/98 contenente disposizioni contro l'immigrazione clandestina. L'adozione del predetto provvedimento di urgenza è stata motivata dalla circostanza che dalle attività tecniche è stato dedotto che alcuni dei 7 indagati stavano progettando un loro trasferimento in paesi nord africani, in cui avevano basi logistiche, e che gli altri, ai primi evidentemente collegati, avrebbero potuto essere indotti ad analoghe iniziative per effetto dell'esecuzione dell'ordinanza cautelare.

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Entrambi i provvedimenti sono lo sviluppo investigativo dello stesso filone di indagine relativo al business connesso all'illecito utilizzo del cosiddetto "Click Day", legato ai Decreti Flussi, a far data dal 2020 ai giorni odierni, finalizzato all'ottenimento da parte di cittadini extracomunitari del nulla osta per l'ingresso in Italia per motivi di lavoro.

Le attività investigative, che si sono svolte in coordinamento con il Procuratore nazionale antimafia, secondo l'accusa, allo stato condivisa dal gip ma suscettibile di diverse valutazioni nelle successive fasi di giudizio, hanno consentito di ricostruire l'intero sistema illecito, a partire dalla costituzione società ad hoc per sfruttare il Decreto Flussi, per andare all'utilizzazione fraudolenta della identità digitale di imprenditori ignari il cui unico scopo era quello di consentire l'inserimento delle istanze per l'ottenimento del nulla osta all'ingresso sul territorio nazionale. Il sistema puntava poi a individuare una rete di persone composta da imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti, che dietro la corresponsione di denaro da parte di cittadini extra-comunitari interessati, predisponeva ed effettuava l'inserimento e curava le successive pratiche burocratiche.

C'era, poi, un gruppo di soggetti, alcuni dei quali già condannati per il delitti di associazione mafiosa, con riferimento al clan Cesarano della camorra, operante in Pompei e Castellammare di Stabia, ma con consolidate e datate propaggini nella provincia di Salerno, che riciclavano gli ingenti proventi derivanti dalle attività illecita.

Le indagini, che sono in fase iniziale, hanno permesso di riscontrare l'inoltro, verso diverse Prefetture di tutta Italia, di circa 2.500 istanze strumentali all'ingresso fraudolento di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale, istanze basate su dati inesistenti o falsificati. Il grosso giro d'affari dell'attività si può desumere dalla circostanza che ogni cittadino extracomunitario avrebbe corrisposto per ogni istanza inoltrata durante i "click day" 1.000 euro; 2.000 euro invece per ogni nulla osta kit e visto rilasciato e, infine, eventualmente, per ogni fittizio contratto di lavoro firmato, ulteriori 2.000 euro.Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di un terreno a Battipaglia e di disponibilità finanziarie e di beni per complessivi 6 milioni di euro circa, beni provento dell'attività illecita su cui indaga la Dda di Salerno.Nel corso delle operazioni di perquisizione contestuali alla esecuzione delle misure cautelari sono stati trovati finora nella disponibilità degli indagati, circa 300mila euro in contanti nonché un libro mastro delle fittizie operazioni. Per leggere i nomi degli indagati clicca in basso su continua.