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giovedì 4 luglio 2024 | 10:53
Politica

Il caso - Colosimi, Rifondazione smentisce il sindaco «fascista»: «Il suo vice non è più tesserato con noi da 15 anni» - Notizie

Dopo la bufera sollevata dalla frase  pronunciata in Consiglio comunale la segreteria provinciale di Cosenza commenta: «Lucia dice il falso, si dimetta». E il primo cittadino si giustifica: «Maletta è uomo di sinistra, lo sanno tutti, non vado certo a chiedergli se ha rinnovato l'iscrizione al partito»

di Emilia Canonaco

Tiene banco “il caso Colosimi”. Dopo il nostro articolo pubblicato ieri, nel quale il sindaco Giovanni Lucia definiva semplice ironia l’essersi dichiarato fascista in occasione dell’insediamento del Consiglio comunale e parlava di come avesse scelto, sin dalla prima consiliatura in qualità di vice sindaco Antonio Maletta «tesserato di Rifondazione Comunista», abbiamo ricevuto in redazione una lettera di smentita, a firma del segretario provinciale di Cosenza Gianmaria Milicchio e di Francesco Saccomanno del Comitato politico nazionale, nella quale è scritto che Maletta, in realtà, non ha più la tessera da almeno quindici anni. Di seguito, il testo della missiva.

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«Viviamo tempi difficili, in cui un sindaco di un piccolo comune, forse ispirato dalla canea contro l’antifascismo di stampo governativo, non si rende conto, proprio dopo aver indossato la fascia tricolore, di calpestare e violare la Costituzione su cui poco prima ha giurato. Questo fatto è avvenuto a Colosimi, paese del Savuto con forti tradizioni democratiche e antifasciste, solo pochi giorni fa, ed è certo figlio del clima politico e sociale oggi infarcito, in Italia come in Europa e nel mondo, di egoismi, fascismi e razzismi.

Sull’onda di questi disvalori, nel nostro paese si è favorita l’approvazione di normative vessatorie come l’autonomia differenziata, in danno delle regioni meridionali e dei ceti più deboli, si è criminalizzata la solidarietà e si stanno acuendo le diseguaglianze; e, soprattutto, si sta destrutturando sistematicamente l’impianto democratico repubblicano, tentando persino di approvare una forma di premierato autoritario. A tutto ciò bisogna opporsi con forza e determinazione, alzando la voce e scendendo in piazza, sia a livello nazionale che a livello locale.

E se da un lato siamo lieti del fatto che per accreditare una sua presunta distanza dal fascismo questo sindaco tenti falsamente di sostenere di “avere un vicesindaco tesserato di Rifondazione”, quindi comunque individuandoci rispetto all’opinione pubblica come un baluardo democratico ed una clava contro possibili deviazioni fasciste, dall’altro dobbiamo denunciare con forza l’impossibilità che un fascista, che per giunta mente spudoratamente, possa continuare a guidare un Comune. L’art. 54 della Costituzione parla chiaro: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. La XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione vieta la riorganizzazione del partito fascista e la Legge Scelba all’art. 4 vieta l’apologia del fascismo: “Chiunque… pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni…”.

Per doverosa precisazione segnaliamo che il vicesindaco Antonio Maletta ha avuto la tessera di Rifondazione Comunista per uno o due anni e non è più iscritto al Partito di certo da oltre 15 anni, né avrebbe potuto più esserlo, viste le sue mirabolanti scelte politiche! Per questo sosteniamo con certezza che Lucia dica il falso, così come siamo certi, visto che è stato ascoltato da tantissime persone che ce lo hanno riferito, che abbia affermato di essere fascista, ovvero due condizioni che richiedono, per un uomo che possa perlomeno definirsi tale (senza smentirsi, speriamo, questa volta) un solo e conseguente atto: le dimissioni.

Su questo ci aspettiamo, non solo noi ma tanti cittadini democratici ed antifascisti, una sollevazione forte delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali, delle Istituzioni e delle associazioni democratiche ed antifasciste, a partire dall’Anpi».

Prendiamo atto delle precisazioni ricevute da parte della Segreteria provinciale di Cosenza di Rifondazione comunista. Abbiamo contattato il vicesindaco di Colosimi Antonio Maletta, che ha confermato di non avere la tessera del partito di Cosenza e di essere iscritto a quello di un’altra provincia, senza però ritenere opportuno dirci esattamente dove. Abbiamo altresì parlato con il sindaco di Colosimi Giovanni Lucia, del quale ieri abbiamo riportato integralmente la frase «Il mio vicesindaco ha la tessera di Rifondazione comunista». Il sindaco Lucia, alla luce della smentita giunta dal partito di Cosenza, ha chiarito: «Antonio Maletta è da sempre un uomo di sinistra e in paese lo sanno tutti. Certo non gli sono andato a chiedere se quest’anno ha rinnovato la tessera del partito o se abbia i soldi per farlo».