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mercoledì 12 giugno 2024 | 17:32
Cronaca

Inchiesta Recovery - Narcotraffico a Cosenza, il boss Francesco Patitucci e Mario Piromallo rimangono in carcere - Notizie

Il Riesame di Catanzaro ha rigettato i ricorsi presentati dalle difese dei due indagati eccellenti dell'operazione. Stesso provvedimento di conferma della misura cautelare anche per Marco Foggetti e Umberto Conforti

di Antonio Alizzi

Il boss di Cosenza Francesco Patitucci e Mario "Renato" Piromallo, ritenuto intraneo al clan degli italiani, restano in carcere. Lo ha deciso il Riesame di Catanzaro, rigettando i ricorsi presentati dalle rispettive difese. Per la Dda di Catanzaro i due indagati hanno ricoperto un ruolo di assoluto rilievo nel panorama criminale cosentino. Già imputati (in abbreviato) a Reset, questa volta sono coinvolti in Recovery con la contestazione del narcotraffico.

Chi è Francesco Patitucci, il ruolo in Recovery

I pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti ritengono che Francesco Patitucci «nella sua qualità di dirigente, promotore, organizzatore e finanziatore dell'associazione» che farebbe riferimento alla presunta confederazione di 'ndrangheta operante a Cosenza e nei territori limitrofi» abbia assunto «la guida e la direzione del narcotraffico sul medesimo territorio, presiedendo al controllo dei gruppi cosiddetti italiani», gestendo a parere della Dda di Catanzaro «gli approvvigionamenti di stupefacente» e «curando i rapporti con i referenti di altre associazioni dedite al traffico di sostanze stupefacenti».

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Patitucci, inoltre, avrebbe organizzato «le linee generali per la distribuzione di droga, demandando per i compiti organizzativi più specifici, ai suoi principali referenti, in particolare a Michele Di Puppo, Mario Piromallo, Roberto Porcaro, Salvatore Ariello, Antonio Illuminato». Il boss, tra le altre cose, avrebbe anche messo bocca nelle controversie, controllando il territorio e disponendo la suddivisione tra le piazze di spaccio.

Infine, il capo (o presunto tale) della confederazione mafiosa cosentina avrebbe provveduto «direttamente o tramite persone a lui fidate, alla raccolta dei crediti derivanti dalla cessione di stupefacente, analizza l'andamento dello spaccio, modificando se del caso le strategie criminali al fine di ottimizzare i profitti e restando sempre il terminale informativo di ogni episodio rilevante sotto il profilo della gestione delle attività criminali dei vari gruppi».

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Cosa contesta la Dda a Mario "Renato" Piromallo

Rimanendo in tema di ruoli "dirigenziali" all'interno del sospetto sodalizio criminale di Cosenza, la Dda sostiene che Mario "Renato" Piromallo abbia collaborato con Francesco Patitucci, concordando «le principali strategie da attuare nella realizzazione dello specifico programma criminoso di narcotraffico», individuando e scegliendo «i canali di rifornimento della sostanza stupefacente» con l'acquisto di «grosse partite di stupefacente da destinare all'illecito mercato cosentino, così presiedendo al controllo di significative aree di spaccio, mantenendo, direttamente e/ o tramite altri sodali suoi fiduciari, la gestione sull'andamento dell'attività di spaccio al dettaglio, sulle attività di riscossione dei crediti dai vari pusher, sulle attività di mediazione per dirimere contrasti interni ai gruppi ovvero anche con esponenti di altre consorterie criminali».

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Ricorso al Riesame, le richieste delle difese

Per quanto riguarda Francesco Patitucci, gli avvocati Laura Gaetano e Giuseppe Manna hanno posto una questione di inutilizzabilità delle intercettazioni, mentre il penalista Luca Acciardi, difensore di Mario "Renato" Piromallo, ha evidenziato che i decreti autorizzativi che hanno permesso di intercettare il suo assistito sono del 2018. In conclusione, ha sottolineato una contestazione a catena dei reati, posto che gli atti riguardanti la droga, attribuibili a Piromallo, risalgono al 2013. La Dda ha chiarito questo aspetto, sostenendo che solo negli ultimi anni gli investigatori sono riusciti a venire a capo della struttura associativa relativamente all'articolo 74.

Le altre posizioni in Recovery

Su circa 120 riesame discussi a Catanzaro, la stragrande maggioranza sono stati rigettati. Ciò consolida l'impianto accusatorio ad esclusione delle posizioni deboli dal punto di vista indiziario sulle quali il Tdl è intervenuto con l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare. Gli ultimi provvedimenti di conferma della misura sono quelli nei confronti di Marco Foggetti e Umberto Conforti. Si rimane in attesa dei reclami valutati martedì, visto che domani saranno esaminati gli ultimi ricorsi. E davanti ai giudici compariranno Antonio Illuminato e Salvatore Ariello.