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martedì 6 febbraio 2024 | 19:30
Cronaca

Lo scontro - Processo sull’aggressione a Davide Ferrerio, il perito del Tribunale: «È in coma perché ha le ossa fragili» - Notizie

VIDEO | Tensione durante l'udienza a Crotone. La madre della vittima inveisce contro l’esperto e viene allontanata dall’aula. L’avvocato della famiglia: «Senza quella aggressione il ragazzo sarebbe ancora tra noi»

di Procolo Guida

Eduardo D'Ambrosio, presidente della sezione penale del tribunale di Crotone, ha concesso la visione di soli alcuni frame del video del perito di sua fiducia, il professor Francesco Introna, e dunque la difesa della famiglia di Davide Ferrerio ha preferito non far visionare il proprio video, per non svilire l’enorme qualità tecnica di un documento che, a parere dei legali dei familiari di Ferrerio, dimostrerebbe inequivocabilmente anche dal punto di vista medico legale, ciò che non dovrebbe proprio avere alcuna necessità di essere dimostrato: Davide è in stato vegetativo solo perché Nicolò Passalacqua incitato da un vero e proprio commando, ha pestato un giovane che non c'entrava nulla in beghe amorose di poco conto e di bassissimo profilo sociale e culturale.

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Parliamo ovviamente dell'udienza nel procedimento ordinario presso il Tribunale di Crotone a carico di Anna Perugino, mamma quarantaduenne di Martina Perugino, la ragazzina, all’epoca del fatto ancora minorenne, al centro di tutta la vicenda che ha portato all’aggressione di Davide Ferrerio, avvenuta, come noto, anche per un tragico scambio di persona. Una udienza che era importante anche, strumentalmente, per i procedimenti contro gli altri responsabili, a partire dall’appello presentato da Nicolò Passalacqua dopo la condanna ad oltre 20 anni subita nell’abbreviato.

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La madre di Davide, strepita, interviene e poi si zittisce. La donna viene quindi fatta allontanare dall'aula e, dopo la pausa in cui si doveva decidere se far visionare o meno il video per cui si è opposta la difesa, torna ed urla ancora. Il professore Francesco Introna, ordinario di medicina legale e direttore della scuola di specializzazione dell’Università-Policlinico di Bari che ha redatto e consegnato la perizia richiesta dal presidente, mette in dubbio la diretta causalità dell’aggressione con lo stato vegetativo in cui è costretto Davide: per lui il pugno subito da Davide è stato letale solo perché la vittima soffriva di ostiogenesi imperfetta. La fragilità ossea, dunque, sarebbe secondo Introna, la vera colpevole della letalità del pugno sferrato da Passalacqua al giovanissimo ragazzo, che non è più figlio, fratello ed amico dall’11 agosto del 2022 e che attualmente, vegeta inerme in un letto di una clinica specializzata per pazienti in coma irreversibile.

Oggi gli avvocati della famiglia, sono preoccupati, anche della richiesta di acquisizione della perizia nel processo di appello del Passalacqua, a cui si sono opposti anche per questioni tipicamente legali che impedirebbero negli appelli ai riti abbreviati, la proposizione di prove diverse in cambio dello sconto di pena automaticamente concesso; sono dunque costretti a giocare di tecnica, anche oggi; e non solo in attesa, il prossimo 28 febbraio a Catanzaro, quando appunto il giudice deciderà nel merito rispetto a questa richiesta dei legali del Passalacqua.

Tra l’altro anche D’Ambrosio a Crotone, oggi, ha poi rinviato sempre al 28 febbraio, ma di pomeriggio alle 15.00, l’udienza che riprenderà dalle testimonianze dei periti; sia della Procura che della parte civile che, proveranno a smontare la sicurezza ed il cinismo del professor Introna che per più di due ore e con l’ausilio anche di palle e bottigliette di plastica, ha continuato a dibattere della fragilità ossea di Davide quasi divenisse colpa.

E l’avvocato Fabrizio Gallo, al termine dell’udienza ha volto e toni completamente differenti da quelli che ci ha mostrato prima dell’inizio, quando era certo bastasse poi far vedere il documento video. Ha infatti compreso che il dover già inserire questo documento dentro una perizia tecnica, costringe ora l’azione legale, ad una fase di vera e propria difesa dei capi di imputazione che permetterebbero, e non solo alla Perugino oggi in aula, pene certamente completamente differenti.

Ma è possibile che nel rito ordinario le capacità tecniche superino il buon senso? «Si può accadere - risponde mesto Fabrizio Gallo - non è detta l’ultima parola, ma il procedimento ordinario ha queste difficoltà e presenta anche questo tipo di sorprese; il diritto, la legge ed il buon senso ci dicono che senza quella aggressione oggi Davide sarebbe tra noi e non in coma vegetativo, al di là di qualsiasi perizia; noi anche attraverso la risposta a questi stratagemmi difensivi, questo ci aspettiamo che venga preso in considerazione, e ci rendiamo conto che essere meticolosi, anche nei confronti di un diritto alla difesa di chiunque che non si allarghi troppo, dobbiamo produrre il materiale in nostro possesso con tempistiche e modalità molto rigorose».

Le prossime due puntate a Catanzaro, nell’appello di Passalacqua al mattino, ed a Crotone in questo processo ordinario alla Perugino, al pomeriggio.