VIDEO | La denuncia del sindacalista Gianni Patania che ha documentato lo scempio allertando il Comune e Guardia costiera: «Scoprano da dove arrivano. Cattiva depurazione e inquinamento costiero sono mali atavici»
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Ancora mare sporco nel Vibonese. Questa volta la segnalazione arriva dalla foce del torrente Sant’Anna, ricadente nel territorio di Bivona. Le immagini, scattate da Gianni Patania, segretario provinciale Confasila, testimoniano le difficoltà del comprensorio a superare gli atavici problemi in materia di depurazione e inquinamento. Il tratto di mare, tra i più belli della Costa degli dei, risulta insozzato da sporcizia difficile da identificare semplicemente con un'occhiata, ma Patania sembra non avere dubbi: «Sono sversamenti di fanghi in mare».
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Il sindacalista ha immediatamente sollecitato l’intervento della Guardia costiera: «Mi è stato assicurato sia un loro intervento sul luogo sia l’interessamento della polizia municipale al fine di verificare l’origine degli sversamenti». Uno spettacolo vergognoso, bolla l’esponente Confasila, che ha anche interessato della problematica i candidati a sindaco Enzo Romeo, Roberto Cosentino e Francesco Muzzopappa. Il candidato dell’ala progressista non ha perso tempo e si è subito recato presso la foce della fiumara: «Ho cercato di coinvolgerli – spiega Patania – perché saranno loro a doversi occupare di queste problematiche a seguito delle consultazioni di giugno. Quanto sta accadendo – aggiunge – è responsabilità anche dell’amministrazione».
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Dito puntato contro l’incapacità degli amministratori di arrestare un fenomeno, quello dell’inquinamento marino, che rischia ancora una volta di riflettersi negativamente sull’andamento turistico oltre che causare non pochi danni a livello ambientale: «La bella stagione è ormai alle porte e noi ci ritroviamo davanti a questi scenari indecorosi. Sono questi i presupposti per l'estate?». Sono qualche settimana fa, il litorale vibonese era stato attenzionato per la presenza di chiazze giallastre. All’esito delle verifiche portate avanti dall’Arpacal, veniva riferita la «presenza abbondante di pollini appartenenti alla famiglia delle Pinaceae» nonchè di «un discreto numero di alghe unicellulari appartenenti alla classe delle Dinophyceae».