VIDEO | Un'incredibile situazione che si trascina da anni ma tutti tacciono. Difficile immaginare nel 2020 un nosocomio che sversa i liquami fognari in un torrente ma è quello che ancora avviene a due passi dal Parco ambientale del Coriglianeto. Nel tempo, sindaci denunciati, depuratori sequestrati e lavori mai iniziati
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Un intero ospedale e parte di un popolato quartiere scaricano la fogna nel torrente Coriglianeto. Uno scempio ambientale di cui tutti sono consapevoli ma è prevalente l’immobilismo, anche se i rischi sanitari sono molto alti visto che le acque nere non giungono solo da abitazioni residenziali, ma anche da un nosocomio. Il presidio sanitario è il “Guido Compagna” posizionato nel centro storico della ex città di Corigliano Calabro, mentre il quartiere tenuto in condizioni indecorose a causa degli effetti maleodoranti è San Giovanni, dove i residenti hanno depositato ai carabinieri una raccolta di firme al fine di denunciare le condizioni di invivibilità dei luoghi. Non più di qualche anno fa furono denunciati un ex sindaco e un dirigente comunale nell’ambito di una operazione portata a termine dai carabinieri forestali i quali individuarono tre scarichi di reflui urbani nelle località Cerria, Ospedale e Iacina. Una situazione, dunque, non nuova verso cui pare davvero difficile porvi rimedio.
Problema antico
Nel 2000, l’allora amministrazione comunale di Corigliano diede incarico a una ditta di realizzare un collettore che collegasse il tratto incriminato: dall’ospedale al depuratore Ciciriello. Sul punto, il responsabile dell’impresa che assunse in sub-appalto i lavori, Santo Perri, contattato in queste ultime ore, racconta come all’epoca vi fossero evidenti lacune di progettazione non funzionali nel tempo, limiti nella sicurezza, marcate diseconomie. Ai lavori non si diede vita e da allora non si fece più nulla.
Depuratore già sequestrato
Il Ciriciello è l’impianto di depurazione che serve proprio quell’area del centro storico, a pochi chilometri di distanza. Anche qui, non sono mancati gli interventi dell’autorità giudiziaria a causa degli sversamenti diretti o indiretti in mare di reflui fognari e di altre sostanze inquinanti. Per queste ragioni venne sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza la stazione di sollevamento delle acque reflue facenti parte della rete fognaria comunale sita in località “Pendino” e del collettore di scolo con annesso canale di irrigazione e condotta fino allo sbocco del Torrente Coriglianeto. Dagli accertamenti emerse come dal torrente Coriglianeto confluissero i reflui non depurati provenienti dalla stazione di sollevamento di reflui fognari ed asservita alla condotta fognaria che convoglia i reflui al depuratore comunale di Ciciriello. I valori chimici e microbiologici rilevati furono decisamente al di sopra dei limiti previsti dalla legge.
Turismo, agricoltura... e salute pubblica
È indubbio che tali sversamenti rappresentano una minaccia non solo per la salute pubblica, ma anche per due settori di vitale importanza nel territorio jonico: turismo e agricoltura. Il mare inquinato determina un danno per gli operatori turistici che investono enormi flussi di denaro nel settore, per poi assistere ai mugugni dei bagnanti che lamentano la presenza di chiazze in mare e riaffermano la volontà di non tornare più in vacanza. E come non menzionare il suggestivo Parco Ambientale del Coriglianeto che intercetta un numero di visitatori provenienti da tutt’Italia e dall’estero i quali spesso sono costretti a sorbirsi gli odori nauseabondi.
Sul versante dell’agricoltura i produttori da anni ormai lavorano e investono al fine di incentivare politiche tese a promuovere il biologico e la biodinamica, attraverso attività di produzioni integrate di grande e straordinario valore e prestigio. E mentre a valle e nelle zone di pianura gli imprenditori si adoperano in questa direzione, a monte si scaricano reflui incontrollati, causando e compromettendo ciò che di buono si realizza.
Gli interventi del Comune
L’amministrazione in carica è insediata da circa un anno. La questione della depurazione richiede una serie di annosi interventi articolati e complessi. Si sta lavorando sul potenziamento degli impianti di Cantinella e di Lido Sant’Angelo. L’obiettivo è dare vita al recupero dei manufatti, delle vasche e pozzetti esistenti, potenziare il ciclo depurativo per ridurre l’impatto ambientale. La città, tra l’altro, rientra nell’elenco dei centri d’Italia, oggi oggetto di procedura di infrazione comunitaria. Il sindaco Stasi si è sempre detto contrario alla realizzazione del depuratore consortile che avrebbe dovuto sorgere tra le due ex città di Corigliano Rossano e supplirlo con un sistema più leggero di rafforzamento degli impianti esistenti. Al fine di fronteggiare l’emergenza depurazione è stata istituita una task force, considerata l’imponenza della problematica.