20 giugno 2014. Una data che Tropea non dimenticherà molto facilmente. Dopo giorni di insolito maltempo e violenti acquazzoni, la città si risveglia ferita, uno squarcio profondo in una delle zone più popolose del centro costiero, via Carmine, dove sorgono abitazioni private e numerose strutture ricettive.

La strada che conduce in contrada Gornella cede sotto il battito incessante delle piogge provocando una voragine che ancora oggi, a distanza di cinque anni, accoglie visitatori e cittadini.

 

«Una condizione di pericolo che avevamo segnalato già nel 2012» spiega Antonio Piserà, ex responsabile della Protezione civile. «In quel punto – continua - c’era un’infiltrazione proveniente da una condotta con tutta probabilità abusiva che a lungo andare, sommata alle copiose precipitazioni e alla scarsa manutenzione, ha favorito il collasso. Tra l’altro la zona è R4 che in gergo tecnico indica un rischio frane molto elevato, quindi si sarebbe dovuto intervenire tempestivamente».

 

L’amministrazione Rodolico, appena insediata, si trovò così a dover fronteggiare la problematica che passò poi nelle mani della terna commissariale alla guida della città fino all’ottobre scorso, quando fu eletto sindaco Giovanni Macrì.

 

In questi lunghi anni si sono portate avanti soluzioni tampone per mettere in sicurezza la zona, interessata da concreti rischi idrogeologici, ma un rimedio definitivo non è stato ancora realizzato. Il motivo è da ricercare in un primo palleggio di responsabilità tra Comune e Provincia: il ponticello interessato dal cedimento è di competenza dell’ente superiore, ma la struttura non avrebbe subito danni. L’enorme buco, infatti, si è generato in corrispondenza della rampa di accesso al quartiere Gornella, di competenza comunale. Eppure a palazzo Sant’Anna esisterebbe già un progetto di ripristino per la cui realizzazione, però, non sono ancora stati reperiti i fondi.

 

«È un problema molto grave che conosciamo bene ed è in agenda – fa sapere il sindaco Macrì – ma abbiamo dovuto far fronte a criticità più urgenti. Al vaglio ci sono ipotesi di soluzione anche con i privati, ma per il momento è tutto rimandato all’autunno prossimo».