Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Niente trivellazioni entro le docici miglia. Il governo Renzi, come riporta il Fatto Quotidiano, ha presentato alcuni emendamenti alla legge di Stabilità che segnano di fatto un dietrofront rispetto all’articolo 38 dello Sblocca Italia. Destinato ad essere riscritto un comma del testo unico dell’Ambiente che prevedeva una serie di limitazioni nei processi decisionali per i territori. Proprio da questo, nei mesi scorsi, era scaturite proteste e mobilitazioni che avevano portato all’approvazione di sei quesiti referendari anti-trivelle promossi da dieci Consigli regionali, tra cui anche la Calabria.
Dopo la richiesta al ministero dello Sviluppo Economico e al ministero dell’Ambiente di rivedere la normativa sui nuovi permessi di ricerca ed estrazione petroliera, per il Coordinamento nazionale No Triv la retromarcia del governo Renzi altro non sarebbe che un ennesimo tentativo di scongiurare i referendum che propongono l’abrogazione di alcune parti dell’articolo 38 e dell’articolo 35 del decreto Sviluppo.
Con l’approvazione dei nuovi emendamenti saranno bloccati i progetti che prevedono trivellazioni entro le 12 miglia e verrà sostanzialmente cancellata la dichiarazione di “strategicità, indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere”, con cui le Regioni venivano estromesse dai processi decisionali, e del “vincolo preordinato all’esproprio della proprietà privata” già a partire dalla ricerca degli idrocarburi.
In questo modo sarà dunque garantita la partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli minerari.
Le modifiche normative inserite nei sei quesiti referendari sono quindi riproposte in blocco nella legge di Stabilità 2016, “fatta eccezione – come sottolineano i No Triv – per la limitazione della durata delle concessioni in mare, sulla quale è stato presentato un sub-emendamento correttivo. Ora si apra da subito la discussione politica sul futuro energetico del nostro Paese”.