Il consigliere regionale sul piede di guerra dopo l’assegnazione di 50mila euro stanziati dal plafond della Protezione civile per interventi di massima urgenza
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In una nota stampa, il consigliere regionale Domenico Tallini parla della distrazione dei fondi della Protezione civile, destinati invece per altri fini. In particolare, l’esponente politico ricorda: «Che la Calabria sia una regione particolarmente esposta al rischio idrogeologico, oltre agli esperti, ce lo ricordano le cronache quotidiane. E la stagione invernale 2018/2019 appena conclusa ha confermato il triste primato che la regione detiene in questo campo nel panorama nazionale. Oltre alla tragedia di San Pietro Lametino del mese di ottobre 2018, in cui hanno perso la vita una giovane mamma ed i sui due piccoli, si contano una miriade di microemergenze – aggiunge - che hanno provocato danni ingenti alle infrastrutture ed alle attività produttive mettendo in ginocchio il tessuto sociale ed economico delle comunità coinvolte». Tra questi, gli ingenti danni ed allagamenti verificatisi sul versante ionico centrale e meridionale nel mese di ottobre 2018, la tromba d’aria a Crotone nel mese di novembre 2018 (per inciso in tale occasione non è stato riconosciuto alcun stato di emergenza e le impresse che hanno subito ingentissimi danni non hanno potuto accedere ad alcuna forma di ristoro), il vasto movimento franoso che ha di fatto isolato una frazione del comune di Seminara nel mese di gennaio 2019, che ancora oggi risulta irraggiungibile: «E’ per tali motivazioni – spiega il consigliere - che avevamo accolto con favore la decisione della Giunta Regionale che nel Bilancio di Previsione 2018/2020 aveva istituito un capitolo apposito con una dotazione di 350 mila euro circa, nella disponibilità della Protezione civile regionale, proprio per far fronte alle immediate ed urgenti esigenze di messa in sicurezza e ripristino danni delle comunità colpite da eventi calamitosi».
Oggi, invece, l’amara novità: «Come al solito ci dobbiamo ricredere! Già perché scopriamo oggi che quei fondi, in barba alle nobili intenzioni, vengono invece usati per tutt’altro. Scopriamo infatti che con il Decreto numero 6464 del 29 maggio 2019: “Fondo regionale di protezione civile, contributi ai comuni per interventi urgenti di protezione civile a tutela della pubblica e privata incolumità, assegnazione somme”, che nelle premesse cita il seguente assunto: “A seguito degli eventi calamitosi verificatisi, in particolare nel corso del 2018, il territorio calabrese è stato gravemente danneggiato ed in alcuni comuni è stato necessario emettere ordinanze di sgombero nonché procedere alla chiusura di alcune strade di primaria importanza per la viabilità”, viene tra l’altro assegnato un contributo al Comune di Cetraro (CS) di 50mila euro per “per il ripristino delle condizioni di sicurezza nella regolare fruizione del porto, mediante la rimozione del materiale sabbioso che ne impedisce il rientro nel porto in caso di condizioni meteo/mareggiate non favorevoli, somme ritenute necessarie per gli interventi da eseguirsi con urgenza per il superamento delle criticità rappresentate”».
«Qualcuno – commenta in conclusione il consigliere - dovrà spiegarci che c’entra un'operazione che può definirsi di manutenzione ordinaria, come quella della dragatura dell’imboccatura di un porto peschereccio e turistico, con le esigenze urgenti di protezione civilw. E soprattutto dovrà spiegarlo a tutti quei cittadini che hanno subito ingenti danni alle proprie case ed alle proprie attività dovute ad eventi naturali, e comunque ammesso che c’entri qualcosa non si capisce il perché tale emergenza la si riconosce solo ed esclusivamente per il porto di Cetraro, forse i porti degli altri comuni mancano dell’altro indispensabile requisito: essere amici del presidente Oliverio».