Secondo quanto riferito dalla ditta aggiudicataria del lavori le difficoltà legate alla realizzazione dell'opera erano già state illustrate alla città metropolitana che ha deciso ugualmente di rescindere il contratto
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«La decisione presa dall’amministrazione va contro gli interessi dei cittadini, primi beneficiari dell’opera: un provvedimento che non ha una logica e che rischia di diventare un boomerang per l’ente appaltante». Il consorzio stabile Aduno commenta così la risoluzione del contratto per i lavori di bonifica della discarica per rifiuti solidi urbani di Melicuccà in provincia di Reggio Calabria, recapitata ufficialmente dalla città metropolitana di Reggio Calabria il 22 gennaio scorso.
Chi sbaglia, paga
Il provvedimento è stato adottato a causa dei ritardi accumulati dal consorzio nella realizzazione dell'opera. Qualche giorno fa anche l'assessore regionale all'Ambiente, Sergio De Caprio, aveva preso posizione sulla vicenda dichiarando «chi ha sbagliato, deve pagare» in riferimento al consorzio aggiudicatario dei lavori di bonifica e nei confronti dei quali l'Ato Reggio Calabria ha aperto un contenzioso.
La rescissione del contratto
«La realizzazione della discarica – spiega Salvatore Di Bella, procuratore speciale dell’azienda aggiudicataria della gara – com’è noto a tutti riveste carattere di estrema urgenza, per risolvere gli annosi problemi legati ai rifiuti che da anni affliggono la provincia di Reggio Calabria. Con la decisione di rescindere il contratto, il completamento dell’opera subirà inevitabilmente enormi ritardi. Parliamo di uno slittamento di mesi e mesi, se non addirittura di anni».
Controdeduzioni
Una decisione avvenuta nonostante le controdeduzioni dell’azienda trasmesse a dicembre, a seguito della comunicazione dell’avvio del procedimento e attraverso le quali «sono state descritte nuovamente tutte le problematiche, non legate al nostro volere, che per mesi hanno condizionato l’esecuzione dei lavori – continua Di Bella – noi abbiamo prospettato diverse soluzioni, anche con maggior aggravio di costi per l’impresa, che avrebbero permesso di chiudere il cantiere nel minor tempo possibile: considerazioni che sono state del tutto ignorate dall’amministrazione, che forse aveva già deciso di perseguire questa strada, a prescindere da tutto. Decisioni che sembrano ancora più assurde alla luce del mancato pagamento del compenso maturato in oltre cinque mesi di lavori (l’Anticipazione contrattuale di oltre 180mila euro spettanti a ottobre e il primo Sal), avvenuto senza alcuna giustificazione».
Capro espiatorio
«L’impressione che scaturisce da questo comportamento – continua il rappresentante del Consorzio Aduno - è che l’amministrazione abbia trovato nell’impresa un capro espiatorio su cui addossare la responsabilità dell’enorme ritardo nella realizzazione di un’opera così urgente: ritardo dovuto a cause oggettive assolutamente non imputabili all’impresa, ma piuttosto a scelte progettuali che hanno reso molto più difficoltoso il prosieguo di molte lavorazioni (basti pensare alla realizzazione di uno strato di argilla alto un metro, oggettivamente irrealizzabile nei mesi invernali, vista la natura del materiale).
Rilievi ambientali
Ma potrebbe esserci un’altra lettura dei fatti, secondo il consorzio: «Forse l’amministrazione oggi vuole prendere tempo a seguito delle denunce di molteplici associazioni ambientalistiche? Tanti, troppi i punti contestati: dall’impossibilità di realizzare una discarica a una distanza inferiore ai tre chilometri da un centro abitato imposta dalla legge regionale 9 del 2010 - successiva alla progettazione originaria della discarica di Melicuccà che si trova a 1,8 chilometri da Sant’Eufemia d’Aspromonte – fino alla mancanza di evidenze scientifiche che accertino l’inesistenza di rischi ambientali e di contaminazione per le falde acquifere: verifiche necessarie per l’eventuale autorizzazione all’apertura della discarica di Melicuccà».
Guerra legale
In virtù di quanto descritto, «il consorzio non accetta assolutamente la determina di risoluzione del contratto – conclude Di Bella - ritenendola immotivata e pretestuosa, e si farà valere in tutte le idonee sedi legali, allo scopo di dimostrare ai cittadini che in tutta questa vicenda il Consorzio Stabile Aduno è vittima e non colpevole. Il nostro operato in questi mesi ha avuto la sola finalità: cercare di risolvere gli enormi problemi che sono stati riscontrati durante l’esecuzione dei lavori, al fine di riuscire a completare l’opera nel minor tempo possibile».