C’è il serio rischio di un’estate segnata dalla una grave crisi dei rifiuti nella provincia di Reggio Calabria. Una prospettiva verosimile, secondo i sindaci del territorio della città metropolitana, dovuta all’introduzione degli ambiti territoriali ottimali, i cosiddetti Ato, che corrispondono alle 5 province calabresi. Ebbene, il passaggio di gestione dalla Regione ai comuni, secondo molti primi cittadini, non sarebbe stato accompagnato da una seria politica sugli impianti.

 

«Dopo 15 anni di commissariamento dei rifiuti e cinque di gestione da parte della Regione Calabria – ha dichiarato il presidente dell’assemblea di sindaci della piana di Gioia Tauro Emanuele Oliveri – ci ritroviamo con l’assenza di una seria programmazione sugli impianti di conferimento rifiuti sul territorio, in questo periodo in particolare sulla frazione organica. Ciò comporta una grave difficoltà da parte dei comuni a poter conferire. In questo momento c’è solo un impianto per l’umido nella provincia di Reggio Calabria ed è quello di Siderno che riesce a mala pena a servire i comuni della locride». Proprio per questo motivo, la maggior parte dei comuni della provincia reggina conferisce a Rende e a Vazzano, in provincia di Vibo. Entrambi gli impianti, però, entro luglio dovrebbero essere saturi e i quindi non più utilizzabili.

 

«L’Ato – ha aggiunto il sindaco Oliveri – sta pensando di portare questa frazione fuori regione, questo comporterà un aggravio dei costi per i comuni e, quindi, anche per i cittadini. Faccio un esempio: conferire nell’unico impianto pubblico, quello di Siderno, costa 40 euro a tonnellata, in quello privato di Vazzano 120. Fuori dalla Calabria ci costerà più di euro a tonnellata. Altro che abbattimento dei costi, la differenziata in questi termini porterebbe a un aggravio per i cittadini. Il solo conferimento dell’organico costerà il 100% in più nel 2019. Ed ecco che i sindaci stanno correndo ai ripari usando un escamotage.

 

«Quello che sta accadendo – ha proseguito il primo cittadino di Melicuccà – la dice lunga sulla gravità della situazione. Alcuni sindaci, con proprie ordinanze, stanno declassando il rifiuto organico in “tal quale” per poterlo conferire negli impianti. Quindi i cittadini stanno facendo la raccolta differenziata dell’umido, ma poi quel rifiuto va al termovalorizzatore per essere bruciato o, peggio, in discarica trattato come indifferenziato. Naturalmente questo caso riguarda anche Reggio Calabria, dove mi consta ci siano già problemi di sacchi in strada».

 

Se ci spostiamo dall’umido al rifiuto indifferenziato il discorso non cambia. «Il termovalorizzatore di Gioia Tauro – ha concluso Oliveri – ha bisogno di una discarica di servizio dove portare lo scarto di lavorazione. Ad oggi l’unico impianto dove ciò può essere fatto è a Crotone. Da luglio anche quella discarica sarà satura e quindi non potrà più ricevere gli scarti». 

Con buona pace della razionalizzazione del servizio, dell’abbattimento dei costi e del rispetto dell’ambiente.