Neppure l'adozione di due successive ordinanze contingibili e urgenti ha ottenuto lo scopo prestabilito. La città di Catanzaro resta ancora priva di una discarica di servizio a causa di una prolungata inerzia e di un rimpallo di competenze tra la Provincia e la Regione.

Ben due i provvedimenti adottati per tentare di tirar fuori dalle secche amministrative la realizzazione dell'opera: la prima ordinanza firmata nel settembre 2019 da Mario Oliverio e la successiva nel maggio 2020 da Iole Santelli; entrambe piuttosto perentorie ma senza lasciar alcuna traccia concreta. 

Il rimpallo di competenze

Sullo sfondo si agita ancora lo spettro dell'emergenza rifiuti, mai definitivamente risolta. E seppur la città di Catanzaro ha da tempo in mano il progetto esecutivo per la realizzazione di una discarica di servizio, l'opera resta tuttora sprofondata nell'inconcludenza amministrativa.

Il rimpallo di competenze prosegue tra Provincia e Regione, tra quale dei due enti debba rilasciare il parere paesaggistico, utile ai fini dell'avvio della discarica. La Cittadella, infatti, nel 2014 aveva sottoscritto una convenzione con l'amministrazione individuandola quale soggetto attuatore: il Comune chiamato a redigere i progetti da sottoporre ad autorizzazione ambientale e ad avviare le procedure d'appalto.

Il progetto per la discarica di Alli

Il progetto per l'ampliamento volumetrico della discarica di località Alli di 130mila metri cubi è stato presentato nell'agosto 2020 per ottenere il rilascio dei pareri ambientali. Ma da oltre un anno non si registra alcun avanzamento nella procedura. Il settore Ambiente del Comune di Catanzaro lo scorso novembre ha sollecitato nuovamente il dipartimento regionale al rilascio dell'autorizzazione paeseggistica giudicando «pleonastico il coinvolgimento dell'ente provinciale».

La vicenda, spiega il dirigente del settore comunale, «ha di differente rispetto al passato la sola circostanza che la Regione ha delegato questo ente alla realizzazione dell'intervento, pur rimanendo essa stessa titolare e finanziatore dell'opera». Insomma, per il Comune è la Regione l'ente competente al rilascio dell'autorizzazione e non la Provincia.

L'emergenza dimenticata

In attesa dell'auspicata riforma della burocrazia regionale, intanto, la questione è stata derubricata e consegnata al dimenticatoio. E non è escluso che possa rispuntar fuori nel testo della prossima ordinanza che il presidente sarà costretto ad adottare nell'imminenza di una nuova emergenza, che puntualmente potrebbe riesplodere da qui ai prossimi mesi.

Nessun sostanziale passo in avanti è stato infatti compiuto verso la creazione di nuove discariche pubbliche. Secondo una previsione, la discarica di Cassano allo Ionio esaurirà i volumi entro la fine dell'anno e anche quella di Lamezia Terme non avrà vita lunga, poiché accoglie scarti provenienti da tutte le province calabresi.

L'inerzia che condanna la Calabria 

Ad aprile o al più tardi nella prossima primavera saturerà anch'essa gli spazi e neppure la discarica di Meliccuccà potrà giungere in soccorso. Il sindaco di Palmi ha infatti impugnato dinnanzi al Tar il verbale dell'ultima Conferenza dei servizi annullata per un vizio amministrativo. La città metropolitana di Reggio Calabria dovrà riconvocare la conferenza per procedere ad una nuova approvazione del piano di caratterizzazione, propeutica alla redazione del progetto di bonifica della discarica.