Mentre in Calabria si registrano percentuali bassissime di raccolta differenziata, la Regione continua a ricorrere alle discariche per fronteggiare l’emergenza rifiuti, che anche quest’anno, in piena estate, è riesplosa su tutto il territorio regionale. È questo in sintesi il parere di Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, che in una nota commenta la recente ordinanza con cui il presidente f.f. Nino Spirlì autorizza il conferimento di tutti i rifiuti calabresi a Crotone, nella discarica di Sovreco. Provvedimento che ha scatenato una dura reazione dei sindaci della provincia pitagorica, i quali, dopo aver presidiato l’impianto del gruppo Vrenna, hanno annunciato ricorso al Tar.

Una scelta emergenziale

«Sembra di assistere – si legge nella nota - allo stesso inaccettabile film degli ultimi 20 anni: non si diffonde la raccolta differenziata in tutti i Comuni calabresi, non si aprono nuovi impianti di riciclo e quindi si ricorre sempre alla solita aberrante soluzione dello smaltimento in discarica. Ci libereremo dalla dittatura dei signori delle discariche solo con una vera assunzione di responsabilità da parte di tutti, a partire dai Comuni, dalla Regione e dai cittadini, per fare sempre meglio la differenziata e facilitare la realizzazione degli impianti di riciclo».

In questo contesto, destinare l’impianto per rifiuti speciali di Sovreco ai rifiuti urbani in estate «è una scelta emergenziale figlia di una mancata programmazione e realizzazione di interventi risolutivi che dura da decenni e che va a togliere, tra l'altro, volumetrie ad un impianto che dovrebbe servire per la bonifica del SIN della città».

La raccolta differenziata non decolla

In Calabria, le percentuali di raccolta differenziata non sono soddisfacenti e in alcuni territori il servizio non è proprio decollato: «Ci sono ancora troppi Comuni inadempienti sulla raccolta differenziata che dal 2012 avrebbe dovuto superare la percentuale del 65%, a partire da alcuni capoluoghi di provincia come Crotone con il 12%, Reggio Calabria con il 42% e Vibo Valentia con il 48%, dove si producono i maggiori quantitativi di rifiuti e che quindi sono inevitabilmente i principali conferitori di rifiuti in discarica».

Secondo i dati di Legambiente Calabria, nel 2019 in Calabria sono state prodotte 767 mila tonnellate di rifiuti di cui circa il 48% (367 mila tonnellate) è stato differenziato e il dato medio regionale di raccolta differenziata è sotto l'obiettivo del 50% previsto al 2009 con dati su scala provinciale ancor più eclatanti (RD provincia di Crotone 31%, Reggio Calabria 36%, Vibo Valentia 41%, Catanzaro 54% e Cosenza 59%).

Servono gli impianti per riciclare

Ma per Parretta differenziare i rifiuti non basta: «Servono anche gli impianti industriali per riciclarli. Senza la realizzazione e l'entrata in esercizio di nuovi impianti per avviare a riciclo i rifiuti differenziati, a partire dall'umido domestico per la produzione di compost e biometano, da realizzare con processi partecipativi per garantire il pieno coinvolgimento dei territori, rischiamo di assistere solo alla penultima emergenza rifiuti».

Per questo la presidente di Legambiente Calabria avverte: «Tra qualche mese, infatti, in assenza di questi interventi strutturali che dovrebbero adottare i Comuni e la Regione, piomberemo in una nuova emergenza rifiuti, senza venirne definitivamente a capo, come già avvenuto negli ultimi decenni».

I numeri dei rifiuti

Secondo Legambiente Calabria, nelle discariche calabresi, nel 2019, sono finite 309 mila tonnellate di rifiuti urbani alle quali vanno aggiunte le 106 mila conferite nell’inceneritore di Gioia Tauro. «L'organico – si legge ancora nella nota - è la voce predominante dei rifiuti urbani prodotti (163 mila tonnellate delle 367 mila differenziate) seguito dalla carta (87 mila tonnellate). Per gestire l'organico sono presenti 6 impianti di compostaggio per 85 mila tonnellate trattate e 1 impianto anaerobico/aerobico che ne tratta altrettante 85 mila tonnellate a Rende (Cs). Le piattaforme presenti che trattano gli imballaggi sono 25 di cui 5 per carta, 17 per legno e 3 per carte e legno. Non ci sono impianti per trattare la plastica».

Una gestione inefficiente

«L'inefficienza del modello della gestione dei rifiuti in Calabria sta nell'impiantistica - ci sono più discariche e inceneritori che impianti per il riciclo delle altre frazioni - ma anche nella modalità di raccolta con i cassonetti stradali che determina bassa percentuale di differenziata e diseconomie. Infatti, il costo medio per abitante all'anno per gestire i suoi rifiuti è di circa 165 euro mentre se, ad esempio, si passasse ad un modello più evoluto (raccolta porta a porta, maggiore quantità e qualità della differenziata, tariffazione puntuale) la cifra che potrebbe risparmiare mediamente ogni cittadino all'anno è di circa 26 euro, a dimostrazione che migliorando e investendo nel miglioramento del servizio si risparmia anche economicamente» conclude Parretta.