Tutto da rifare al rione Modenelle della zona nord del quartiere di Arghillà, a Reggio Calabria, dove uno spazio che era stato restituito alla collettività, grazie all’impegno dei ragazzi della polisportiva Arghillà a Colori del Centro Sportivo Italiano, complici la pandemia e la sospensione delle attività, è nuovamente scenario di incuria. Il triste sopravvento di cattive abitudini e degrado ha avuto, infatti, ancora una volta la meglio.

Il terreno, acquisito circa quattro anni fa dal Comune di Reggio Calabria, era stato strappato dagli stessi ragazzi del quartiere ad un destino di discarica e parcheggio abusivi per rinascere e diventare un campo di calcetto che aveva anche ospitato una partita con l’associazione dei Magistrati. Era il 2018 ma ad oggi la situazione è tornata purtroppo quella di prima.

«Lo avevamo inaugurato con il nostro testimonial di quell’anno, il campione del volley Andrea Zorzi, nel 2018 ma abbiamo potuto godere molto poco di questo campo. I ragazzi della polisportiva Arghillà a colori qui si allenavano e avevano anche iniziato anche il campionato ma purtroppo il lockdown ha bloccato tutto, determinando di fatto anche la sospensione dell’attività di cura dello spazio, che gradualmente ha iniziato ad essere nuovamente occupato da macchine parcheggiate abusivamente, carcasse di auto e rifiuti ingombranti. Anche la natura con la sua vegetazione sta avanzando», ha raccontato Pierfrancesco Suraci del Centro Sportivo Italiano di Reggio Calabria.

E mentre ciò che resta della palestra di Arghillà mai entrata in funzione e depredata, che periodicamente torna a riempirsi di ogni genere di rifiuto e anche di pezzi di auto con ogni probabilità rubate e lì smontate, i giovani rivendicano il loro diritto al gioco spostando le porte dal cosiddetto Lotto 2, ormai nuovamente occupato, nella vicina piazza Don Italo Calabrò, altrettanto desolata.


«C’è e c’è sempre stata, soprattutto in questo quartiere, la voglia di giocare ma una piazza non rappresenta un luogo sicuro in cui farlo. Arghillà è piena di terreni e di spazi che dovrebbero essere valorizzati e che invece sono incolti, abbandonati o occupati abusivamente da rifiuti e carcasse di auto. Tanti spazi e neppure un campo, una palestra o un impianto pubblico in cui fare sport in sicurezza. L’ennesimo paradosso», ha sottolineato ancora Pierfrancesco Suraci del Centro Sportivo Italiano di Reggio Calabria.

Dunque non sono gli spazi a mancare ma una loro destinazione utile alla comunità che li sottragga alla dilagante occupazione abusiva per attività illecite e che degradano il territorio anche dal punto di vista ambientale. Solo progettualità condivise assicurerebbero luoghi certamente più adeguati e sicuri al gioco e allo sport, diritti particolarmente essenziali in quartieri così deprivati come questo. Il centro sportivo Italiano di Reggio conferma il suo impegno.

«La promozione dello sport per il Csi è un importante strumento aggregativo ed educativo soprattutto in quartieri come quello di Arghillà. Per questo ci siamo impegnati in prima persona costituendo la polisportiva Arghillà a Colori e ponendoci al fianco di questi ragazzi che quotidianamente si confrontano con un quartiere gravido di disagi e disservizi. È il nostro contributo alla possibilità di un cambiamento di questo quartiere», ha sottolineato Paolo Cicciù, presidente del Centro Sportivo Italiano.

Il terreno di Modenelle è adesso al centro, con altri campi dislocati sul territorio comunale di Reggio Calabria soprattutto nelle periferie, di una programmazione di palazzo San Giorgio che a breve dovrebbe dare i suoi frutti. Continua così l’impegno per contribuire anche a non disperdere quel percorso condiviso ad Arghillà da giovani, forze buone del territorio e istituzioni. «Al di là della pandemia e dell’attività agonistica, il percorso ad Arghillà non si è mai fermato, continua e continuerà fino a quando ce ne sarà bisogno», ha concluso Pierfrancesco Suraci del Centro Sportivo Italiano di Reggio Calabria.