VIDEO | Il sindaco di Palmi sul sito che attende l'apertura: «Le analisi sulle falde acquifere ci indicano un pericolo per le famiglie, chiediamo che sia garantita la sicurezza»
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Proseguirà il trasferimento anche fuori regione degli scarti di lavorazione prodotti dall’impianto di Sambatello, che serve i comuni dell’ecodistretto dello Stretto, tra cui quello di Reggio Calabria. Si continua, dunque, a mettere in campo questa strategia per evitare che gli scarti di lavorazione, che ad oggi ancora nell’Ato di Reggio Calabria non hanno una discarica finale in cui essere conferiti, si accumulino, che l’impianto vada in affanno e che nuovi ammassi di rifiuti rimangano per strada.
La strategia è in realtà quella messa in campo già dall’anno scorso, e non riguarda solo l’Ato reggino dal momento che il sistema impiantistico regionale pubblico di trattamento/smaltimento dei rifiuti urbani risulta sovraccarico e sempre più inadeguato a soddisfare le esigenze dei cinque Ato e a ricevere la totalità dei rifiuti prodotti dai comuni calabresi.
In particolare gli scarti dell’impianto di Sambatello già nei mesi scorsi erano stati conferiti in una discarica privata in Puglia, oltre che fuori Ato a Cassano e poi a Lamezia. A Lamezia Terme si continua a conferire ma il quantitativo assegnato non è sufficiente e dunque è necessario integrare con trasferimenti in altre discariche.
L’affidamento ad Ecorek
La città Metropolitana di Reggio, tra le misure messe in campo al momento ancora per ordinaria amministrazione, lo scorso 13 maggio ha proceduto con un nuovo impegno di spesa della somma di circa 200mila euro, per l’affidamento alla società Ecorek, con sede legale a Milano, unica ad aver partecipato con la sua offerta economica alla procedura avviata lo scorso marzo. Ecorek sarà impegnata per quattro mesi salvo proroghe, nel servizio di trasporto a smaltimento e/o recupero in impianti autorizzati dei rifiuti prodotti dall’impianto pubblico di Reggio Calabria, sito in località Sambatello, a servizio dei Comuni ricompresi nell’Ambito Territoriale Ottimale di Reggio Calabria (Ato 5 RC). Un impegno di spesa che, si specifica nella determinazione dirigenziale, non è a carico del bilancio della Città Metropolitana ma dovranno essere i singoli comuni a dover corrispondere pro quota il costo del servizio. Una spesa che, perciò, potrebbe ricadere sulla cittadinanza a meno di rimodulazioni, possibili anche grazie ai decreti sostegno agli enti locali per le mancate entrate, che consentano di mantenere i costi invariati, come in previsione sta avvenendo a Reggio Calabria.
Mentre si è ancora in attesa degli esiti delle analisi del Cnr prima di poter utilizzare la discarica di Melicuccà, rimane da dunque da gestire questo sistema lacunoso per evitare un nuovo tracollo.
Melicuccà, attesa e sospensione
A Melicuccà non insiste soltanto la vasca della nuova discarica, per la quale si resta in attesa per la messa in opera, ma vi è anche la vecchia discarica da bonificare. Anche in questo caso si attendono gli esiti delle analisi del Cnr ma con un aggravio sopravvenuto. Nei giorni scorsi il Tar Calabria, sezione staccata di Reggio, infatti, si è espresso sul ricorso presentato dal sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, avverso il provvedimento conclusivo della conferenza di servizi decisoria per l’approvazione del piano di caratterizzazione ed eventuale analisi di rischio del sito relativamente al progetto operativo di bonifica, appunto, del sito in località La Zingara nel Comune di Melicuccà. Ricorso che sarà discusso nel merito il prossimo 22 settembre 2021.
Intanto però il Tar reggino ha accolto la richiesta di sospensiva dell’efficacia del provvedimento, ponendo nel limbo anche l’ordinanza del presidente facente funzioni della Regione Calabria del 12 aprile scorso, nei limiti in cui con essa si ordina alla Città Metropolitana di Reggio Calabria di procedere con urgenza all’indizione della gara per l’affidamento del servizio di progettazione del Progetto operativo di bonifica del sito della discarica di Melicuccà, sulla base delle risultanze del Piano di caratterizzazione ambientale contestate e ad oggi sospese dal giudice amministrativo.
«Gli studi che noi abbiamo condotto sulle falde acquifere sottostanti - ha commentato il sindaco Ranuccio - sulla prossimità della sorgente Vina, la cui acqua arriva nelle case delle famiglie di Palmi, Seminara e Melicuccà, ci dicono che il pericolo c’è e dimostrano che le operazioni di caratterizzazione finora condotte da Regione e Città Metropolitana non sono state sufficienti a garantire la sicurezza del sito e fugare ogni dubbio. Noi lo abbiamo sempre sostenuto e il Tar adesso ci sta dando ragione. Questa ordinanza impone una riflessione anche sulla sicurezza della discarica nuova che si vorrebbe aprire sempre a Melicuccà, per le stesse ragioni. Non siamo contrari apriori alla discarica ma chiediamo che si costruisca in un sito che possa ospitarla in piena sicurezza e non in uno ritenuto a rischio anche dal Ministero per la Transizione Ecologica».