VIDEO | L'ennesima denuncia di un cittadino che ha riscattato l'alloggio in una zona da anni in preda all'abbandono: «Non vengono a raccogliere la spazzatura da un mese». Le sue segnalazioni sono arrivate all'attenzione del ministero della Transizione Ecologica
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«Meglio morire di fame che di puzza e respirando diossina. Qualora tale situazione dei cumuli di spazzatura dovesse protrarsi senza interventi risolutivi, tornerò in piazza e riprenderò lo sciopero della fame. Non è dignitoso vivere in questo modo. Paghiamo le tasse e pratichiamo la raccolta differenziata; non possiamo pertanto accettare di essere lasciati in questa condizione». Giuseppe Crucitti vive nel rione Marconi, nella zona Sud di Reggio Calabria, da oltre trent'anni e non si rassegna a vedere ridotto così il quartiere dove tempo fa ha riscattato il suo alloggio con l'intenzione di restare. Per questo continua a denunciare lo stato di degrado e di abbandono in cui versa questa zona di edilizia popolare, lasciata negli anni in preda di quanti hanno occupato abusivamente gli alloggi. Un allarme sociale e igienico-sanitario che suona da tempo, senza che alcuno lo ascolti.
Rione Marconi, l'emergenza ambientale
Paradigmatica è la perdurante emergenza ambientale, determinata dalla presenza di micro discariche e dunque di persone evidentemente non censite che non hanno mastelli e che, di fatto, costringe chi invece i mastelli li ha e vorrebbe che la raccolta porta a porta funzionasse, a vivere in mezzo ai cumuli di spazzatura.
«Non vengono a raccogliere la spazzatura da oltre un mese. I sacchi si accumulano e noi siamo costretti a stare dentro la nostra casa con le finestre chiuse per evitare di essere invasi dalle mosche. Non si tratta solo dei nostri rifiuti ma anche di quelli altrui gettati di notte anche accanto al nostro portone. Siamo stanchi e non accettiamo di vivere in questo degrado. Chiedo dignità anche per coloro che non si espongono e per coloro che non hanno voce. Abbiamo scritto a tutte le autorità competenti e abbiamo protestato ma finora abbiamo registrato solo parole. Sembra che i temi della salute e della sicurezza non siano prioritari per le Istituzioni», ha spiegato ancora Giuseppe Crucitti.
La denuncia arrivata sul tavolo del Ministero
Si è rivolto ad un legale, il cittadino Giuseppe Crucitti e la sua segnalazione è arrivata fino al ministero della Transizione Ecologica, passando per Comune, Città Metropolitana, Regione, Asp, Arpacal e Prefettura. Un carteggio che si protrae da mesi e che nelle ultime settimane ha visto il Comune di Reggio essere stato chiamato ad intervenire dallo stesso Ministero. Tutti riconoscono il grave e persistente rischio per la salute pubblica in questo rione ma nulla cambia. L’appello è rivolto al Comune affinché trovi una soluzione per la raccolta dei rifiuti ma anche alla magistratura perché seria è la questione di ordine pubblico.
L'appello anche al procuratore Bombardieri
«Chiediamo al prefetto di vigilare, di attuare un controllo in questo quartiere dove non si può vivere più sereni e tranquilli. Spero che anche il procuratore Bombardieri intervenga a questo punto. La magistratura ci deve aiutare. Qui non viene nessuno. Hanno tutti paura. E noi cittadini che qui viviamo, cosa dovremmo fare? Prima di intervenire si aspetta che ci siano altri morti come quelli che già ci sono stati?», ha concluso il residente Giuseppe Crucitti che resta in attesa di risposte.