Cresce la paura tra i cittadini di Gallico, quartiere a nord di Reggio Calabria, per l’amianto lasciato sulla spiaggia. Il pericoloso materiale tossico è stato rinvenuto mentre era in corso la demolizione, da parte del Comune, del “Fata Morgana” : il ristorante simbolo della movida negli anni Sessanta poi divenuto il quartiere generale del presunto boss Paolo Romeo, attualmente imputato nel processo “Gotha” in quanto ritenuto il vertice della cupola masso-mafiosa. Era il 12 dicembre quando le ruspe hanno iniziato l’abbattimento dello stabile abusivo. I lavori sono stati interrotti, ma le pale meccaniche  hanno spezzato molte lamiere che adesso giacciono sull’arenile senza nessuna protezione,  esponendo la comunità a rischi per la salute in quanto respirare le polveri ha effetti cancerogeni.

 

Il sindaco Giuseppe Falcomatà si è difeso sostenendo che non sapeva ci fosse l’amianto in quanto gli uffici incaricati, durante i sopralluoghi effettuati prima di dare il via alla demolizione, non ne avevano evidenziato la presenza. Da quanto dichiarato dal settore Urbanistica del Comune, attraverso una nota stampa, le lastre di amianto erano «occultate all’interno del tetto dell’immobile, tra il rivestimento inferiore e la guaina superiore della copertura». Ossia il posto dove solitamente si trovano anche perché l’immobile è stato edificato negli anni Sessanta, periodo in cui veniva solitamente usato prima di essere bandito. I residenti questa versione non se la bevono e chiedono subito la rimozione. «Non è vero che l’amianto era nascosto- affermano alla nostra testata alcuni residenti della zona- si vedeva e tutti lo sapevano anche perché lo stabile l’anno scorso era stato danneggiato da un incendio ed era ben visibile». Tutti i cittadini chiedono a gran voce che Palazzo San Giorgio provveda al più presto alla bonifica dell’area. Il vento e le intemperie, tipiche di questo periodo dell’anno, infatti potrebbero far disperdere le polveri nell’aria e tra la popolazione aumenta la preoccupazione. C’è anche chi è stato “danneggiato” economicamente a causa di chiesta situazione, come il gestore del bar ubicato di fronte al “Fata Morgana”.

 

«Stiamo registrando una perdita di clienti che giustamente hanno paura di venire perché temono di respirare questo veleno. Tutti dovremmo ribellarci- ci dice il gestore dell’esercizio commerciale- non è possibile una cosa del genere. L’avesse fatta un cittadino “normale” a quest’ora sarebbe finito in carcere. È incredibile che periti, tecnici e amministratori comunali abbiano sottovalutato la situazione. È risaputo che l’amianto è pericoloso». Il Comune, nei giorni scorsi, aveva annunciato lo stanziamento di dieci mila euro per completare la demolizione e bonificare l’area. I cumuli di macerie,  insieme ai rifiuti pericolosi, però sono ancora lì. Il perimetro è delimitato da una semplice rete di plastica e si accede con facilità. Nessuno vigila. Quella che doveva essere una bella pagina di legalità per l’intera città di Reggio Calabria alla fine si è trasformata nella solita parentesi di inefficienza , superficialità, incuria e potrebbe anche avere presto risvolti giudiziari. L’associazione “Stanza101/#AmaReggio”   ha infatti, depositato un esposto alla Procura, retta da Giovanni Bombardieri affinché venga fatta chiarezza sulle operazioni che hanno portato alla demolizione del “Fata Morgana”, ma anche per i ritardi della bonifica e l’accumulo dei detriti e del materiale tossico sulla spiaggia.