Il bando è rivolto anche alla Calabria. Lo scopo della fondazione “Con il Sud” che lo promuove è consentire la realizzazione di produzioni agricole di qualità e il recupero delle tradizioni. Secondo Ismea sono oltre 645 i fondi agricoli non sfruttati nelle regioni meridionali
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Due milioni di euro per il recupero e la valorizzazione dei terreni incolti. Con questo scopo è stato riproposto il bando "Terre colte", giunto alla seconda edizione e promosso dalla Fondazione "Con il Sud" che mette a dispone la cospicua somma.
Bando “Terre colte”
Lo scopo è quello di ripristinare terreni non adeguatamente utilizzati nelle regioni meridionali e consentire la realizzazione di produzioni agricole sostenibili dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Si punta a creare realtà e di riflesso prodotti di qualità. Al contempo si cerca, grazie all’ausilio dei fondi, di rivitalizzare le tradizioni legate all'agricoltura e all'allevamento, promuovere percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone in difficoltà, sviluppando filiere corte in grado di rispondere alle attuali difficoltà di accesso ai prodotti agricoli di prima necessità, garantendo adeguati canali di commercializzazione.
Il bando è rivolto alle organizzazioni di terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia. «L'agricoltura, ricorda la Fondazione, ha caratterizzato storicamente il Mezzogiorno. Nel 2001, mentre al Nord i lavoratori impegnati in agricoltura rappresentavano il 3,9% del totale, al Sud questo dato era proporzionalmente più del doppio (9,2%). Nel corso degli ultimi decenni, però, molti terreni agricoli sono stati abbandonati o non valorizzati a pieno. Le cause – si fa rilevare - sono molteplici, a partire dal difficile, e pressoché assente, ricambio generazionale della classe agricola».
645 terreni incolti al Sud
I dati che emergono consegnano un quadro poco lusinghiero. In base a quanto riportato sul sito Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ad oggi nelle sei regioni del Sud sono presenti 645 terreni incolti. Numeri che, benchè diano una indicazione sulla portata del fenomeno, raccontano solo una parte del problema poiché non rappresentano la totalità dei fondi agricoli lasciati incolti nel Meridione. Eppure, il ritorno alla terra potrebbe significare opportunità di lavoro, crescita economica per le aree più disagiate, ricchezza per il contesto sociale nel quale la realtà produttiva mette radici.
«I progetti sostenuti con il primo bando hanno rappresentato un percorso molto soddisfacente, che ci ha spinti a insistere in questo ambito» ha commentato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione “Con il Sud”. «La valorizzazione dei terreni abbandonati o non utilizzati, che sono davvero tanti nel nostro Sud, è uno degli strumenti da percorrere per creare occasioni di lavoro e di inclusione sociale, per generare economia, per valorizzare le ricchezze che la natura ci mette a disposizione e soprattutto - conclude - per creare opportunità per le comunità e per chi vive situazioni difficili».
Intanto in Calabria, per favorire la valorizzazione del verde urbano, l’istituzione degli orti urbani e il recupero dei terreni abbandonati, è stata depositata lunedì scorso in Consiglio regionale, su iniziativa del capogruppo M5s Davide Tavernise, un’apposita proposta di legge.
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