Richiesto dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, convocato giovedì scorso dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) ha trasmesso ieri mattina ai Noe di Catanzaro, l’esito del sopralluogo svolto lo scorso giovedì pomeriggio sulla spiaggia di Calalunga di Montauro (Catanzaro) per la misurazione della eventuale presenza di radioattività al di sopra dei limiti imposti dalla normativa.

 

 Montauro, inquinamento radioattivo?

 

L’eco mediatica prodotta da un servizio della trasmissione televisiva “Le Iene” su Italia1, aveva infatti provocato l’allarme dell’opinione pubblica, che ha chiesto approfondimenti sui luoghi dell’inchiesta per conoscere la verità dei dati analitici.

 

Così, dopo aver ottenuto l’opportuna liberatoria alla diffusione dei dati acquisiti sul campo, al fine di informare la popolazione interessata dalla vicenda e fare, quindi, chiarezza, l’Arpacal ha pubblicato questa mattina sul proprio sito web (www.arpacal.it) la relazione redatta dal fisico Salvatore Procopio a seguito del sopralluogo. Nei prossimi giorni, dopo le analisi in laboratorio dei campioni prelevati sulla spiaggia di Calalunga di Montauro - che saranno eseguite presso il Laboratorio fisico del Dipartimento Arpacal di Cosenza, diretto dalla dottoressa Raffaella Trozzo - l’Agenzia ambientale comunicherà, sempre dopo le liberatorie di rito, anche i risultati di questa seconda tranche analitica.

 

Dalla relazione emerge che i valori emersi dalle rilevazioni campali, il livello di radioattività “confrontabile con il fondo ambientale è in sintonia con i valori che abitualmente caratterizza il fondo ambientale della provincia di Catanzaro”

 

I risultati delle misurazioni svolte sul luogo, quindi, “descrivono un sito privo di interesse radiologico. Le misure realizzate a contatto – continua Procopio nella sua relazione - stabiliscono che l’area è priva di contaminazione radiometrica. Una radioattività naturale di questo tipo, così come risulta  da indagini già effettuate sulla costa ionica ed in particolare nell’area di nostro interesse, si può spiegare con la presenza, nella sabbia silicea di una densità volumetrica importante di un minerale denominato monazite ricco di radionuclidi capostipiti delle catene naturali: uranio 238 (238U) e torio 232 (232Th). Si esclude dunque la presenza di radionuclidi di origine antropica”.

 

“Le risultanze di laboratorio – conclude Procopio - ci consentiranno di confermare quanto già stabilito e quantificare anche i diversi radionuclidi naturali ed eventualmente la presenza di 137Cs (Cesio 137, ndr) in tracce, oramai ubiquitario e proveniente dalla ricaduta dei test atomici degli Anni ‘60 e dall’incidente nucleare del 1986 (Chernobyl)”.

 

Ma l’attività dell’Arpacal non finisce qui. Nelle prossime settimane, infatti, il laboratorio Fisico “E. Majorana” del Dipartimento Arpacal di Catanzaro estenderà l’attività di monitoraggio, già effettuata sulla spiaggia indagata, lungo il tratto di costa compreso tra Copanello di Stalettì e Soverato. Sarà mappata la dose gamma in aria lungo la costa e successivamente nei punti ritenuti più significativi, realizzando un campionamento di sabbia per la caratterizzazione radiometrica di tipo analitico e quantitativo. Dei risultati di questa campagna supplementare ed integrativa, chiesta dal Commissario dell’Arpacal, Maria Francesca Gatto, sarà diffuso un report conclusivo.