Lo strano fenomeno delle acque scure del Crati ha attirato l’attenzione dei passanti , nel tratto in cui il fiume attraversa il centro storico della città di Cosenza. Chiaramente visibile anche una strana schiuma, affiorante sulla superficie dell’acqua ma soprattutto in prossimità delle briglie, lungo le due rive del fiume. L’episodio sarebbe attenzionato dai carabinieri forestali che avrebbero avviato una serie di rilievi e di accertamenti per verificare l’origine del presunto inquinamento.

Inquinamento o fenomeno naturale?

Questa colorazione di un marrone intenso, potrebbe anche essere la naturale conseguenza di un forte temporale, anzi, di una vera e propria bomba d’acqua, abbattutasi a monte di Cosenza, nei pressi della sorgente del fiume, e che avrebbe smosso il fondale. Ma rimane il sospetto che possa trattarsi anche di altro. Non è un caso che la prefettura di Cosenza, con apposita ordinanza, abbia decretato il divieto di circolazione di veicoli adibiti allo spurgo di pozzi neri nelle ore notturne fino al 15 settembre prossimo.

Diverse aree non collettate al sistema fognario

In provincia le abitazioni prive di collettamento alla rete fognaria sono centinaia, in particolare nelle aree rurali. Il rischio di uno smaltimento non corretto dei reflui e delle acque nere, è sempre dietro l’angolo. Nel Crati finivano anche i fanghi non depurati dell’impianto di Coda di Volpe, come certificato dall’inchiesta Cloaca Maxima. L’attenzione delle istituzioni sul fiume più lungo ed importante della Calabria, è dunque costantemente accesa. Anche perché nella loro lunga corsa fino al mar Jonio, le acque sono impiegate per le coltivazioni di prodotti agricoli destinati a finire sulle nostre tavole.