Il sodalizio invita i centri costieri nonché gestori di lidi e strutture turistiche ad evitare ruspe e trattori sulla scia di quanto già disposto dalla Regione. La Calabria insieme alla Sicilia detiene il record italiano per numero di nidi di Caretta caretta deposti
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In vista della stagione estiva, il Wwf ha inteso lanciare un appello a tutela delle specie marine. Il messaggio è rivolto in modo particolare ai Comuni costieri nonché ai gestori di lidi e strutture turistiche «affinché si astengano dall’uso di mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge, considerate veri e propri ecosistemi in molti casi tutelati da norme internazionali e nazionali per l’importanza che rivestono per specie animali e vegetali sempre più rare, dalla tartaruga marina, al piccolo fratino, uccello che nidifica proprio sulle coste, fino alle diverse e straordinarie piante che vegetano solo sulle dune».
La lettera della Regione
Un appello che si ricollega a quanto recentemente disposto dalla Regione Calabria con una missiva a firma del dirigente del Settore 3 “Parchi e aree naturali protette” del dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente, Giovanni Aramini indirizzata a tutti i comuni costieri e all’Ente parchi marini: «La lettera del 30 maggio scorso – evidenzia il Wwf- ricorda a tutte amministrazioni interessate le norme che tutelano la Caretta caretta, nonché i vincoli e i divieti previsti da precedenti delibere Regionali, tra cui il divieto di utilizzare mezzi meccanici per la pulizia dei lidi, l’uso di mezzi fuoristrada, o addirittura sbancamenti delle dune». Le sanzioni amministrative previste a seconda dei casi vanno da 250 a 1500 euro, che salgono fino a 9000 euro per interventi effettuati senza la previa valutazione di incidenza.
Il monitoraggio dei nidi di Caretta caretta
Intanto prosegue il lavoro del sodalizio ambientalista. In queste settimane prendono il via le campagne di monitoraggio condotte dai volontari del Wwf a tutela dei nidi che la tartaruga marina depone sulle coste calabresi: «Il monitoraggio, come per gli anni passati, rientra nell’ambito del Progetto TartAmar 2023 del Wwf in collaborazione con il DiBest dell’Università della Calabria che – sottolineano - oltre all’individuazione del nido attraverso la ricerca delle tracce dopo la deposizione, prevede il controllo e la salvaguardia fino al momento della schiusa delle uova».
I risultati, anno dopo anno, sono stati entusiasmanti: «Dopo i primi casi documentati proprio dal Wwf negli anni ’80, le successive ricerche condotte dal Dipartimento di Ecologia dell’UniCal hanno permesso di accertare che la Calabria, insieme alla Sicilia, detiene il record tra le regioni italiane per numero di nidi deposti. Purtroppo la massiccia urbanizzazione delle nostre coste, con la presenza diffusa di varie strutture turistiche, rappresenta un pericolo per gli stessi nidi, sia per le operazioni di “pulizia “dei lidi mediante l’uso di mezzi meccanici quali ruspe, trattori che – aggiungono in conclusione - possono schiacciare le uova deposte, sia per l’inquinamento luminoso che spinge i neonati al momento della schiusa a dirigersi in direzione opposta al mare, condannandoli a morte».