VIDEO | Dall’albero più vecchio d’Europa alla Grotta del Romito passando per le acque del fiume Lao con le numerose attività sportive. L’incontro tra buyers e operatori turistici a Morano Calabro disegna il futuro del parco
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Conclusa la quattro giorni del progetto sperimentale Pollino 2022, che ha portato a Morano Calabro imprenditori del turismo nazionali ed internazionali, le autorità e gli operatori locali guardano al futuro del Parco Nazionale del Pollino in un’ottica di continua crescita. Tanti i temi che hanno caratterizzato la quattro giorni promossa dall’assessorato al Turismo della Regione Calabria con l’obiettivo di un turismo destagionalizzato e di qualità.
Un turismo che, spiega Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino, negli ultimi tempi ha acceso i riflettori sull’enorme area protetta calabro-lucana: «Quella del pollino sta diventando una meta importante sul piano nazionale ed internazionale e lo testimoniano i riconoscimenti di questi ultimi anni (Geoparco Unesco e le Faggete vetuste Unesco). Poi chiaramente un tour come questo che ha portato qui numerosi operatori del turismo non può che arricchire il grado di conoscenza di questo territorio».
Un territorio di 200 mila ettari che annovera tra le sue ricchezze luoghi incantati come le grotte delle Ninfe e quelle del Romito, queste ultime considerate uno dei siti archeologici più significativi in Italia; borghi sospesi nel tempo come Morano e Papasidero; la natura incontaminata che offre suggestive escursioni nel verde; le acque del fiume Lao con le numerose attività sportive da praticare quali trekking marino, canoyning e rafting ed il simbolo del Parco: il pino loricato, una specie che in Italia si trova solo sul Pollino e che viene considerata un “fossile vivente”. Tanto è vero che, proprio in Calabria, sul versante sud di Serra delle Ciavole a 1.900 metri sul livello del mare, si trova quello che è stato classificato come l'albero più vecchio d’Europa. Italus (questo il nome del preistorico esemplare) ha un’età di 1.230 anni ed è stato scoperto soltanto nel 2017 a seguito di una ricerca portata avanti dal Parco Nazionale del Pollino assieme all’università della Tuscia.
«L'obiettivo è valorizzare al massimo quanto la natura ci ha dato. Bisogna puntare innanzitutto sulla professionalità - commenta Antonio Trano, fondatore del tour operator River Tribe Adventures - sulla conservazione e tutela del territorio adottando un approccio che vada sempre di più verso la sostenibilità. In questo mix fra operatori, territorio, qualità gastronomica e la moltitudine di attività da praticare si ottiene un risultato esplosivo e di grande attrazione per tutti i turisti».