Sono quattro i comuni interessati dall’istanza prodotta dalla società Rwe Italia per la costruzione di un parco eolico lungo un crinale della catena costiera del cosentino ricadente nei territori di Cerisano, San Fili, San Lucido e Marano Principato.

Il progetto prevede la complessiva installazione di dieci aerogeneratori della potenza di circa sette megawatt ciascuno, alti cento metri con un diametro del rotore di 170 metri da posizionare su una struttura di fondazione, costituita da una piastra a forma circolare in calcestruzzo profonda 24 metri.

Sostenibilità o speculazione energetica?

Per la realizzazione dell’infrastruttura la multinazionale attinge a fondi del Pnrr nell’ambito degli interventi previsti a livello nazionale per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il gruppo con sede a Roma e Milano, gestisce 16 impianti eolici concentrati nel Sud Italia, di cui tre in Calabria. Nello scorso mese di novembre ha depositato gli incartamenti per questa nuova opera adesso al vaglio della Regione per la valutazione di impatto ambientale. Parco Eolico Bruzio il nome del progetto. Tutte le amministrazioni comunali interessate hanno presentato delle controdeduzioni. A Cerisano, al termine di un’assemblea pubblica, si è costituito il comitato Controvento.

Comuni contro

Sottile il filo che separa la sostenibilità energetica dalla speculazione energetica: «Non ci va giù sicuramente il metodo adottato da questa società a noi sconosciuta – ha detto a margine della riunione il sindaco di Cerisano Lucio Di Gioia - Per questi territori noi immaginiamo uno sviluppo di natura assolutamente diversa mentre ciò che ci viene prospettato è una opportunità economica per un soggetto a noi estraneo che si è incuneato in una legislazione contraddittoria per venire a deturpare il nostro comprensorio. È qualcosa che certamente non possiamo avallare». Le amministrazioni lamentano il rischio di danneggiamento delle falde acquifere, preziosa risorsa per le comunità locali. Ed anche le devastazioni che possono provocare i convogli speciali per il trasporto dei piloni e l’allestimento del lungo cavidotto di collegamento tra gli impianti e la cabina di consegna dell’elettricità prodotta.

Possibile battaglia giudiziaria

I comuni però, non hanno grande voce in capitolo: «Le norme nazionali pongono degli obiettivi alla Regione Calabria di raggiungimento di una certa quota di produzione di energia da fonti rinnovabili – ricorda Di Gioia – Noi speriamo di non dover promuovere una battaglia giudiziaria per difendere il territorio e di riuscire a bloccare l’iter di costruzione del parco eolico con i rilievi che ogni comune interessato, ha proceduto ad inviare nei tempi previsti alle istituzioni competenti».

Nel cosentino tiene banco il progetto per la costruzione di un parco eolico. I quattro comuni interessati si oppongono.