E’ iniziato in questi giorni il censimento dei rapaci rupicoli del Parco nazionale dell’Aspromonte, con particolare riferimento al falco pellegrino falco peregrinus (nella foto Lipu) e al lanario (falco biarmicus), specie di rilievo conservazionistico per il nostro Paese, in particolare quest’ultimo, che risulta gravemente minacciato a livello globale. La nuova campagna di ricerca si inserisce in una più ampia strategia di ricerca e conservazione avviata dall’Ente che ha interessato, negli ultimi anni, anche l’Aquila reale, il gufo reale, la migrazione dei rapaci e delle cicogne e l’avifauna minore nidificante. «Si tratta di indagini faunistiche molto importanti perché contribuiscono a incrementare la nostra conoscenza della Biodiversità del Parco – spiega il direttore Sergio Tralongo – ma personalmente vedo con grande interesse anche il potenziale coinvolgimento del territorio, dagli studenti ai giovani laureati, fino al pubblico più ampio che segue, prima con curiosità, poi con vera passione, la presentazione dei risultati dei nostri studi». 

Il censimento del falco

Il censimento del falco pellegrino e del lanario, programmato da Antonino Siclari, responsabile del Servizio biodiversità, sarà svolto da Altura (Associazione per La Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti), che riunisce tra i suoi soci i maggiori esperti nazionali di rapaci ed è da sempre impegnata nella conservazione di questo importante gruppo faunistico. Le attività consisteranno nell’ispezione di più di 70 siti rupestri potenzialmente idonei alla riproduzione delle specie target puntando, già dal mese di febbraio, all’osservazione dei voli nuziali delle singole coppie territoriali e, successivamente, all’individuazione precisa del sito riproduttivo per conseguenti azioni di conservazione da parte dell’Ente Parco stesso. Il gruppo di lavoro che Altura impiegherà per le attività di campo è costituito da esperti ornitologi calabresi con un’ampia conoscenza del territorio aspromontano. Oltre alle attività di censimento, Altura organizzerà alcuni seminari sulla conservazione degli uccelli rapaci, che si terranno nel territorio del Parco nei prossimi mesi.

Un patrimonio di biodiversità

«La conoscenza del patrimonio di Biodiversità della nostra Area Protetta - dichiara il presidente Giuseppe Bombino – è, per noi, prioritaria sia ai fini della pianificazione delle più appropriate azioni di tutela e di salvaguardia di specie e habitat, sia per la diffusione di una cultura concepisce la conservazione quale fattore di sviluppo e di crescita di un territorio. Sempre nell’ambito delle attività divulgative e di formazione – conclude Bombino - l’Ente Parco, che ha già attivato un corso avanzato sul riconoscimento dei rapaci che sorvolano il territorio aspromontano, avvierà a breve una serie di lezioni pratiche e teoriche sul birdwatching, a cura degli esperti della Stazione ornitologica calabrese».