È un quartiere quasi esclusivamente costruito su suolo demaniale, una parte del quale, addirittura, edificato su un canale di scolo. Siamo nel quartiere Tonnara di Palmi, la zona marina della città sfregiata da decenni di abusivismo edilizio selvaggio. Nel corso degli ultimi 40 anni la crescita senza regole urbanistiche ha riguardato non solo le famiglie di pescatori, che popolano il borgo marinaro, ma anche ex amministratori comunali e notabili di paese, che hanno invaso di mattoni e cemento anche aree protette da vincolo paesaggistico. Il colpo di spugna dei condoni ha lasciato in eredità un pezzo di territorio, che si affaccia su un tratto di mare bellissimo, senza nessuna possibilità di una crescita armonica e frustrando eventuali velleità di sviluppo turistico. Un problema, quest’ultimo stringente: in una città di 20mila abitanti, che gode di spiagge bellissime e molto caratteristiche, ci sono solo due alberghi e pochissimi posti letto. Pensare di fare turismo partendo da queste premesse è pressoché impossibile.

 

Quasi nessuno degli abitanti del quartiere Tonnara pare impressionato, o meglio impaurito, dal fatto che le loro case siano state costruite su terreno demaniale. «Moltissime abitazioni – racconta un residente – sono state costruite su terreno demaniale e quindi sono abusive. Molte altre sono parzialmente abusive. Non sono condonate, ma abitiamo qui da una vita e nessuno ci ha mai detto nulla». A molti non sfiora l’idea che quel modo di costruire, non rispettando nessuna regola urbanistica, provoca durante i mesi di pioggia, continui allagamenti del quartiere. «Ogni volta che piove – racconta una donna – l’acqua ci entra in casa, ma nessuno dal Comune ci dà una mano».

 

L’abusivismo nel quartiere Tonnara si innesta in una gestione dissennata di tutto il territorio comunale. Anche parti del centro storico sono state segnate dagli abusi. In città, secondo quanto appreso da fonti amministrative, sarebbero circa 3mila gli abusi edilizi censiti dagli uffici comunali. Un numero enorme. Palmi è cresciuta senza un piano regolatore che ne disciplinasse lo sviluppo urbano. La conseguenza di tutto ciò sono interi quartieri nati abusivamente e non urbanizzati. È il caso, per esempio, di San Leonardo, quartiere nella periferia nord della città. Negli anni scorsi, la polizia locale diretta dal maggiore Francesco Managò attuò in blitz al termine del quale risultarono senza permesso quasi tutte le abitazioni presenti nella zona. Uno stati di fatto che pare non preoccupare i residenti né le amministrazioni comunali che governano Palazzo San Nicola. «La casa della mia famiglia – aggiunge un altro residente di Tonnara – è stato costruita da mio nonno 50 anni fa. Qui nessuno è mai venuto a fare controlli, né a chiederci niente. Neanche quando piove e qui non si può più camminare per strada».

 

Per capire quanto poco sia tenuto in considerazione il fenomeno dell’abusivismo edilizio in città, basta ricordare quanto avvenuto in Consiglio comunale pochi anni fa. Era il periodo nel quale in città infuriava lo scandalo delle concessioni edilizie (circa un centinaio) per la costruzione di capannoni industriali, grazie alle quali una quarantina di privati si erano costruiti casa. Nonostante un’indagine aperta dalla Procura di Palmi, che aveva imposto al Comune di acquisire tutti quegli immobili, il sindaco dell’epoca affermò candidamente in Consiglio che l’abuso edilizio non era un reato così grave. Il Comune, quindi, non ha mai acquisito né tantomeno demolito un immobile abusivo. Un atteggiamento con il quale ha, di fatto, avallato la perpetuazione di un reato penale, oltre che amministrativo.

 

Francesco Altomonte