«In questo momento la mobilitazione cittadina sta montando per sole 37 pale ma in realtà sono cinque i progetti di impianti eolici già presentati per quasi 250 pale in un territorio, anche a mare, che è molto fragile». Non è solo il progetto del Parco eolico off-shore nel Golfo di Squillace a preoccupare il coordinamento Controvento, ma sono ben cinque gli impianti che per terra e per mare potrebbero sorgere sul territorio calabrese. I membri del sodalizio, ma anche cittadini che spontaneamente hanno deciso di non rimanere a guardare, si sono dati appuntamento a Soverato per definire i prossimi passi e le iniziative da mettere in campo per raggiungere l'obiettivo: «L'annullamento di questi progetti, molto semplicemente, perché dal punto di vista tecnico, secondo me, non si possono fare perché i rischi sono enormi».

Le criticità

I progetti, spiega l'architetto di Controvento, Walter Fratto, non tengono conto delle condizioni del fondale marino che presenta notevoli criticità per frane sottomarine e punti di accumulo di materiale vulcanico detritico: «Nel Golfo di Squillace abbiamo delle attività vulcaniche, e se in questi punti critici noi andiamo ad installare degli impianti eolici, non sappiamo cosa può succedere. per esempio nel 1832 c'è stato uno tsunami da Catanzaro a Cirò proprio per una frana sottomarina. Nel 2018, se non ricordo male, ci sono state delle introspezioni per ricerca di idrocarburi, hanno creato terremoti tra 1.8 e 2.1 della scala Richter».

Le prossime iniziative

Dunque osservazioni che il coordinamento è pronto a presentare oggi e domani nel corso dei consigli comunali aperti di Cropani e Botricello, alla presenza dei sindaci dei territori interessati che si sono già schierati contro il parco eolico, insieme ad una iniziativa in programma per il 29 settembre "un tuffo contro le pale" da realizzare contemporaneamente sulle spiagge di Punta Stilo, Squillace e Cropani «Noi da tempo cerchiamo di ragionare su un uso diverso del territorio - aggiunge Valentino Santagati -, ci troviamo difronte alla speculazione del settore energetico che sfrutta il territorio per creare impianti che procurano guadagni quindi noi chiediamo che l'energia sia una questione sociale complessiva, gestita dalla collettività e non da privati».