Gesto di provocazione da parte di un imprenditore di Mandatoriccio: «Dalle istituzioni neanche dialogo. Difendiamo il nostro lavoro»
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Buoi per pulire la spiaggia. È la provocazione, neanche troppo velata, andata in scena lungo le spiagge di Mandatoriccio, centro in provincia di Cosenza che conta poco meno di 3mila anime. A concretizzarla, i titolari dello stabilimento balneare Tuareg, noto per l’attenzione al mondo della disabilità e per i servizi alle famiglie.
In particolare, scrivono in una nota inviata alla stampa: «In qualità di proprietari di uno stabilimento balneare nonché di un’azienda specializzata nella produzione di attrezzature per la pulizia e l’accessibilità delle spiagge, dopo innumerevoli tentativi di colloquiare con le amministrazioni locali e regionali, abbiamo deciso di realizzare una video-denuncia. Ufficialmente per delle motivazioni di carattere ambientale, per quasi tutto il litorale del comune di Mandatoriccio, è vietato pulire e curare la spiaggia in modo adeguato (non si possono utilizzare mezzi meccanici)».
Secondo quanto riferiscono, si è cercato di ragionare con gli Enti preposti per addivenire ad una possibile legale soluzione del problema, nel rispetto dell'ambiente, senza ottenere alcun risultato: «A dire il vero, ad oggi, nonostante i turisti iniziano ad affollare le spiagge, nessuno ha dato una risposta concreta ai nostri ripetuti appelli.
Eppure - fanno presente - nel tentativo di risolvere la questione, abbiamo fornito le indicazioni di come si sono mosse alcune amministrazioni del Cilento e del Salento. Non ultimo, abbiamo portato alla loro attenzione l’ordinanza emanata dal vicino comune di Praia a Mare che in qualche modo, nel rispetto delle norme, è riuscito a dare risposta alle richieste del territorio».
«Visto che a Mandatoriccio ciò non sembra attuabile, facendo un salto indietro di almeno 100 anni, abbiamo provato a pulire la spiaggia con i buoi, ottenendo pessimi risultati. Ovviamente – concludono - il nostro è stato un gesto estremo e provocatorio, fatto nel tentativo di difendere il lavoro, necessario per il sostentamento di alcune famiglie e per non vederci impedita la possibilità di offrire servizi turistici di qualità reali e non solamente annunciati».