«Tutelare è difficile, proteggere lo è ancora di più, valorizzare poi è difficilissimo. Gli uomini hanno questa strana tendenza a distruggere quello che gli sta intorno». Appare spesso una guerra contro i mulini a vento, quella ingaggiata dalle associazioni ambientaliste a tutela di piccoli angoli di paradiso. E lo è anche quella in difesa delle dune di Giovino a Catanzaro, deturpata e violentata dalla mano dell'uomo. «Ecco recentemente è entrata persino una ruspa - racconta Walter Fratto, componente dell'associazione Dune -. Non siamo ancora riusciti a far comprendere che le dune sono un luogo in continua formazione e in continua evoluzione che è stato violentato dagli uomini nei decenni scorsi. E' stato utilizzato anche come discarica o come punto di approdo per la pesca di frodo».
Un fazzoletto di sabbia a cavallo tra il mare e la pineta che l'associazione vorrebbe ergere a riserva naturale o ad area protetta ma l'amministrazione comunale ha di recente inserito nel piano urbano di mobilità sostenibile definendo green road il corridoio ecologico che dal bosco di Siano conduce al mare passando per il parco della biodiversità. «Attività umane sono consentite, possono essere consentite ma nel rispetto delle specie presenti. E vi assicuro che le sorprese piacevoli sarebbero in numero decisamente superiore a quello che si potrebbero avere con la privatizzazione, la violenza o la scomparsa di questi spazi».


Luana Costa