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«Il mancato funzionamento dell’impianto di Camini ha reso impossibile la messa in funzione del collettamento realizzato con i fondi di cui si richiede la restituzione. Questo Ente non può essere chiamato a rispondere di danni che non ha provocato».
Questa la risposta del Comune di Monasterace, guidato dal sindaco Cesare Deleo, alla Regione Calabria che pochi giorni fa ha chiesto indietro il finanziamento di oltre un milione di euro per il collegamento e l’ottimizzazione del sistema fognario al depuratore consortile di Camini, finito tempo addietro nel mirino della Procura di Locri.
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«E’ fuor di dubbio che la spesa è stata interamente riconosciuta – sostiene il Comune - e non poteva essere altrimenti visto e considerato che i lavori sono stati eseguiti e collaudati». L’ente comunale dunque chiede alla Regione «di desistere dell’iniziativa intrapresa finalizzata alla restituzione della somma regolarmente erogata. Il depuratore situato nel territorio di Camini, come noto, non è mai entrato in funzione a causa delle asportazioni di componenti fondamentali al funzionamento nel periodo immediatamente successivo al collaudo. Pertanto non si comprende come si potessero collettare le acque reflue in un depuratore in completo stato di abbandono». Per il Comune «Lo stato in cui versa il depuratore è da ritenersi l’unica causa della mancata attivazione della rete fognaria. Pertanto l’Amministrazione Regionale che interviene nella vicenda, dovrebbe dare il proprio indispensabile sostegno tecnico ed economico ai comuni interessati per risolvere il problema, anziché attivare la richiesta di applicazione della revoca del finanziamento».