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Obiettivo dichiarato: rivoluzionare il mondo della raccolta rifiuti in Calabria, arrivando a una riduzione del materiale conferito, a un riutilizzo degli oggetti giunti a fine ciclo, al riciclaggio della gran parte dei rifiuti. La più rilevante novità per i cittadini è che, in caso di approvazione, la legge consentirebbe ai calabresi di pagare le tasse in modo “puntuale”, ossia a seconda della quantità di scarti prodotti. Ovviamente questo si tradurrebbe in una grossa perdita economica per i comuni i quali, però, dovrebbero essere adeguatamente incentivati, anche per attivare il servizio di raccolta differenziata porta a porta progettata dal testo presentato oggi in conferenza stampa da due dei tre firmatari. Accanto a Mirabello, infatti, spiccano le firme di Giuseppe Giudiceandrea e Seby Romeo. I tre consiglieri hanno lavorato al fianco delle associazioni ambientaliste per stilare quella che definiscono una “rivoluzione” che però dovrà essere prima approvata e poi resa operativa nei dettagli con un apposito piano rifiuti regionale.
Il punto centrale del provvedimento, comunque, resta la riduzione della quantità di scarti che non verrà riciclata, la proposta di legge arriva a porre un obiettivo ambizioso: far sì che ciascun calabrese, ogni anno, si mantenga sotto la soglia di 100 chili di rifiuti non riciclabili prodotti. Insomma una serie di provvedimenti puntati all'efficienza del sistema che, se possibile, estromettano anche il più grande parassita della gestione pubblica dei rifiuti: la ndrangheta. Soddisfatto il relatore principale della proposta: Michele Mirabello. “Noi pensiamo che la calabria riuscirà a invertire la tendenza culturale sulla gestione dei rifiuti - ha detto l'esponente Pd – È fondamentale far capire ai calabresi che questo cambiamento conviene sia alla loro salute che alle loro tasche”.