«Fiumara sonnacchiosa durante l’estate, collerica durante l’inverno, il Mesima è ormai una cloaca fetida durante tutte le stagioni dell’anno. Nel suo tratto focivo è ripugnante e tristissimo lo spettacolo di un impasto torbido di morchie olearie, liquami fognari e scarto della lavorazione degli agrumi». Questa la denuncia del sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi.

 

«Tutte le denunce e i richiami, rivolti in ogni direzione, sono, ad oggi, caduti nel vuoto o accolti da un silenzio indifferente quando non omertoso. Ora chi ha il dovere di intervenire lo faccia! E intervenga con tutto il rigore e la sollecitudine possibile per fermare questi nuovi barbari che considerano normale e legittimo disfarsi di macerie e detriti depositandoli sugli argini del fiume oppure inquinare le acque con ogni tipo di materiale immondo, indifferenti al degrado ambientale e al danno economico verso un territorio già afflitto da numerose e altre spinose emergenze».

«Dovere delle Istituzioni è opporsi alla protervia di questi nuovi barbari, i cui comportamenti costituiscono quotidiani attentati alla salute pubblica e marchiano irreparabilmente un territorio che esprime, invece,un’ansia di riscatto e di emancipazione. Dovere delle Istituzioni è cogliere quest’ansia e leggervi la richiesta civile di una diversa e più alta qualità della vita. Voltare le spalle a questi scempi che quotidianamente si consumano davanti ai nostri occhi diventa tradimento della fiducia e della speranza dei nostri figli e delle nuove generazioni».