La Protezione civile chiarisce il concetto di allerta meteo e mette in guardia: «Il livello arancione dura 24 ore, può essere una giornata soleggiata ma piovere letalmente per una sola ora»
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«La decisione di alcuni sindaci calabresi di chiudere le scuole a seguito dell'allerta di colore "arancione" diramata dalla Protezione Civile regionale per il tramite dei bollettini meteo delle giornate del 3 e 4 ottobre, è l'occasione per fare chiarezza sul concetto di allerta meteo». Lo scrive, in un comunicato, la Protezione civile della Regione Calabria.
«È bene precisare - evidenzia la Prociv regionale - che il bollettino di allerta meteo si inserisce in un Sistema nazionale che opera con le stesse procedure e i medesimi standard valevoli per tutte le regioni italiane e che la Protezione Civile non compila i bollettini - attività svolta dal Centro funzionale multirischi dall'Arpacal - ma si occupa esclusivamente di inviarlo ai sindaci con Pec ed Sms. Ad ogni colore dell'allerta corrispondono ben precise attività che i Comuni devono realizzare secondo regole stabilite dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile. Tali regole - si legge ancora nel comunicato - devono essere adottate uniformemente da tutte le Regioni italiane ed applicate localmente dai sindaci, sulla base delle varie tipologie di rischi presenti e dell'orografia dei territori».
La Protezione civile regionale ricorda che «i bollettini sono validi dalle 0.00 alle 24.00 di ogni giorno e vengono emessi il giorno precedente. Ciò significa che in caso di allerta "arancione", si può verificare l'eventualità che per gran parte delle 24 ore coperte dall'avviso ci possa essere una giornata soleggiata e, magari, per il resto della serata possano verificarsi precipitazioni violente in grado di aumentare il livello dei fiumi con conseguenti alluvioni che possono causare morti. Inoltre, come è chiaramente scritto nei bollettini di allerta meteo trasmessi ai sindaci, sono solo le aree a rischio idrogeologico - cioè a rischio frana od alluvione - quelle in cui si può avere la perdita di vite umane e non tutto il territorio comunale. Poiché tali aree a rischio rappresentano solo una piccola percentuale dei territori comunali, le molte scuole che non ricadono in queste aree, non dovrebbero essere chiuse».
«Allo stesso modo - è scritto ancora nel comunicato della Prociv della Regione Calabria - i sindaci dovrebbero chiudere al traffico le strade ed i sottopassi che ricadono nelle aree a rischio e che in molti casi non vengono ricomprese nelle ordinanze di chiusura. Le aree a rischio - frana o alluvione, dove è possibile la perdita di vite umane, sono ad esempio quelle identificate come R3 ed R4 dalla classificazione effettuata dalla ex Autorità di Bacino Regionale, ora Autorità di Distretto».
Nel comunicato inoltre si spiega che «la Protezione Civile regionale, proseguendo nel percorso di affiancamento già intrapreso in questi ultimi anni, vuole, anche in questo caso, supportare i sindaci nel loro gravoso compito di applicare quanto ad oggi previsto dalla normativa nazionale di riferimento, che individua in loro le prime autorità di Protezione Civile a livello locale. Per fare questo la Protezione Civile regionale ha messo a disposizione dei sindaci il proprio patrimonio di conoscenze e di competenze, rappresentato sia dai funzionari che possono lavorare a sostegno dei tecnici comunali nella fase di pianificazione delle emergenze e durante le emergenze stesse, che dagli oltre 4000 professionisti e tecnici operatori specializzati, appartenenti alle oltre 300 Associazioni iscritte all'Albo regionale del volontariato di Protezione Civile, che possono far parte delle Unità tecniche mobili comunali (Utmc) le quali, secondo quanto previsto per legge dalla Direttiva di Allertamento vigente, costituiscono un obbligatorio strumento di monitoraggio del territorio, ed all'occorrenza di soccorso, in caso di precipitazioni intense che possono provocare alluvioni e mettere in pericolo le vite umane. Sempre nell'ottica di stare vicini ai sindaci, infine, la Protezione Civile regionale - conclude la nota - sta avviando con loro appositi tavoli tecnici, in modo da poter raccogliere le legittime istanze provenienti dalle diverse realtà locali, che spesso si traducono in vere e proprie afflizioni, ed avviare così un indispensabile dialogo con tutte le competenti istituzioni, anche a livello nazionale».