La climatologa del Consiglio nazionale delle ricerche Marina Baldi spiega quale potrebbe essere la genesi degli eventi atmosferici che stanno funestando in particolare l'Emilia Romagna e avverte: «Per un miglioramento ci vorrà ancora qualche giorno»
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Violenti nubifragi, alluvioni che stanno mettendo a dura prova Emilia Romagna e Marche. Fenomeni la cui intensità è da imputare ai cambiamenti climatici. Parola del Consiglio nazionale delle ricerche. «Dobbiamo ancora valutare questo tipo di configurazione atmosferica, è difficile attribuirlo direttamente ad un cambiamento climatico al momento. Quello che possiamo attribuire al cambiamento climatico è l'intensità di questi fenomeni». Lo afferma la climatologa del Cnr Marina Baldi, intervenendo alla trasmissione 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus.
«È un fenomeno - spiega - che si verifica molto raramente nel mese di maggio. Fenomeni così intensi si vedono di solito nel periodo autunnale. Abbiamo l'aria fredda che arriva dal Nordest, dall'altra parte dell'Europa abbiamo invece un'aria molto più calda. Questa differenza di temperatura attira l'aria umida da Sud che va a concentrarsi sull'Adriatico. Per questo vediamo fenomeni così intensi. Queste grandi piogge seguono un periodo molto siccitoso durato quasi anni».
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Secondo la climatologa, «la formazione di queste perturbazioni dipende dalla differenza di temperature su grosse aree. Noi siamo su un territorio molto stretto e allungato sul Mar Mediterraneo quindi siamo nel pieno di questi fiumi di aria umida che viene dalle zone tropicali. Abbiamo avuto temperature molto miti - conclude Baldi - durante tutto l'inverno e sicuramente questo favorisce il fatto che abbiamo molta più energia in atmosfera che si è scaricata prima sulla Sicilia e adesso sull'Emilia-Romagna; piano piano andrà dissolvendosi, ci vorrà ancora qualche giorno».