Nessun pericolo per la sala dei Bronzi di Riace nè per i tre piani della struttura che espongono le importanti collezioni storiche. Il direttore Malacrino: «Lavoreremo speditamente per riaprire la struttura al pubblico il prima possibile».
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«Per cause di forza maggiore il museo è chiuso». Recita questo messaggio il cartello affisso al cancello , chiuso, del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Le “cause di forze maggiore” sono da ricercare nella “bomba” d’acqua che questo pomeriggio ha investito parte della provincia reggina e quindi anche, e soprattutto, il centro città. L’enorme quantità di pioggia caduta non è riuscita a defluire correttamente ed è “entrata”, letteralmente, da alcune grate poste alle finestre di alcune finestre laterali della struttura, allagando gli scantinati. I vigili del fuoco del comando provinciale di Reggio Calabria sono subito intervenuti per “liberarli”, e far quindi defluire l’acqua, e sono tutt’ora a lavoro per permettere la riapertura al pubblico del museo, il più presto possibile.
Sul posto sta supervisionando la situazione anche il direttore del museo, Carmelo Malacrino, il quale rassicura la cittadinanza. «Ho inteso chiudere la struttura per la tutela dei visitatori, una scelta che ho maturato di concerto con il responsabile per la sicurezza. La pioggia ha interessato solo le cantine del museo e quindi non i piani dove sono esposte e custodite le collezioni, tra cui la sala dei Bronzi di Riace. Questa vicenda mi impone di ringraziare tutto il personale, che ha fatto fronte all'emergenza, e i Vigili del fuoco che con grande celerità sono intervenuti per ripristinare le normali condizioni del Museo. Una volta terminate le operazioni procederò a valutare se si sono registrati danni ai reperti, e ai materiali, contenuti nei depositi. L’intero staff del museo, ha concluso Malacrino, farà di tutto per ripristinare nel più breve tempo possibile la normale riapertura dello stesso». Da quanto si apprende, pare che ci vorranno almeno altre 24 ore per permettere al pubblico di visitare il museo. La situazione non è critica però, ci vuole tempo prima che le pompe "idrovore" liberino gli scantinati dall'acqua; nella speranza sempre che non ricominci a piovere.