VIDEO | Sigilli alla rupe, al confine tra un terreno privato e una scarpata franosa. Una parte dell'arenile potrebbe ospitare una struttura balneare. Le foto dello scempio
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Nella baia di Coccorino, nel comune di Joppolo, c’è un secondo sequestro dopo i lavori che hanno danneggiato il lungomare.
Sigilli ora anche ai confini del terreno privato frontale al manufatto, sbriciolato probabilmente da un escavatore che era impegnato dentro un terreno privato, che era stato livellato verosimilmente per ospitare qualche struttura turistica.
Il sequestro della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia lascia libero il fondo, ma blocca una porzione di terreno che separa la proprietà privata e il piede della scarpata sovrastata da una rupe.
Ci sono foto inedite che sembrano testimoniare come i lavori incriminati per il danneggiamento del lungomare, siano partiti proprio dal fazzoletto di terra degli imprenditori turistici Vecchio e tale evidenza la conferma anche Sabatino Panzitta, il tecnico del Comune che è anche custode giudiziario del primo sequestro.
«Si, in effetti c’è coincidenza», risponde quando gli mostriamo l'immagine. La circostanza è importante perché, al Comune nei giorni successivi alla scoperta dei lavori abusivi è arrivata una richiesta – da parte della stessa ditta – per avere in concessione una parte dell’arenile per realizzare un lido, probabilmente vicino alla lingua di terra e sassi aggiunti in occasione delle manovre sbagliate del mezzo meccanico che ha rotto il muretto del lungomare oggi sequestrato. Panzitta ha chiarito come «custode in questo secondo sequestro è il proprietario del terreno», circostanza che fa capire come l’imprenditore proprietario del terreno non sia indagato.
«Dipende dal sindaco ora stabilire se dare la concessione oppure no», chiarisce il tecnico le cui dichiarazioni è stato difficile raccogliere, visto che al telefono aveva negato di essere al Comune, salvo poi farsi sorprendere dalla telecamera proprio all’uscita dal Comune.