L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente sostiene che si tratti di un fenomeno naturale causato dalle mareggiate ma la Stazione zoologica Anton Dohrn non esclude che possa essere un effetto degli scarichi abusivi. Il governatore: «Non sono uno scienziato, ma sembra detersivo. Dobbiamo essere certi» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Schiuma come effetto naturale delle mareggiate o inquinamento da scarichi abusivi? L’interrogativo non se lo pone un qualunque cittadino sorpreso dallo strano fenomeno che sta interessando la costa tirrenica più esposta al moto ondoso delle ultime 24 ore, ma lo stesso presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che attraverso una diretta social ha annunciato di aver incaricato i tecnici regionali di ulteriori accertamenti.
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Il governatore però va oltre e mette chiaramente in dubbio quanto assicurato dall’Arpacal (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), che in giornata ha diramato un comunicato rassicurante: «Si tratta – ha affermato Fabrizio Fabroni, esperto di biologia marina - del cosiddetto “muco di mare” generato dalla decomposizione di microalghe che col forte moto ondoso provoca emulsione». Tesi corroborata da Michelangelo Iannone, direttore scientifico dell’Arpacal, il quale ha precisato che il fenomeno, del tutto naturale, è riscontrabile in letteratura ed è evidenziato in analoghe circostanze anche in altre zone in Italia: «Queste “schiume” sono dovute alla sostanza organica presente nell’acqua di mare, che per azione del moto ondoso e del vento si trasforma in schiuma».
«Sarà davvero così? Mah, non sono uno scienziato ma sembra schiuma di detersivo… - si è chiesto un dubbioso Occhiuto -. Secondo la Stazione Zoologica Anton Dohrn (con cui la Regione sta conducendo un progetto di monitoraggio e salvaguardia del mare calabrese, ndr) il fenomeno potrebbe anche essere causato dall’inquinamento e io voglio escludere categoricamente che sia così. Ecco perché ho chiesto ai dirigenti regionali di predisporre nuovi controlli ed eventualmente investire del caso i carabinieri del nucleo ambientale».