VIDEO | Da undici anni lo stabile del quartiere Sant'Antonio, di proprietà della Provincia di Cosenza, è in attesa di essere riutilizzato. Nel frattempo però l’area, dove regna sporcizia e degrado, diventa luogo ideale per scorribande di vandali e spacciatori
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È un pugno in un occhio: brutta, spoglia, sudicia e aberrante. È la ex caserma dei vigili del fuoco di Corigliano-Rossano, le cui mura si innalzano sullo sperone più a nord del centro abitato bizantino, quello di Sant’Antonio nell’area di Rossano. Proprio nel mezzo di uno dei quartieri popolari più abitati della Città alta li dove un tempo sorgeva l’antico monastero e dove fino a qualche anno fa c’era vita.
Era una piccola zona residenziale felice. C’erano i vigili del fuoco, un’istituzione per i residenti della zona che sono cresciuti a pane, suono di sirene, lampeggianti ed esercitazioni; c’era l’istituto aziendale e l’indirizzo tecnico femminile che pullulava di giovani e docenti che provenivano da tutto il comprensorio della Sibaritide; e poco più in là c’era pure il glorioso “Maria De Rosis” l’arena calcistica rossanese, teatro di mille epiche battaglie del pallone che da queste parti è sempre stato più che una fede.
Oggi Sant’Antonio è una periferia desolata
Oggi, in una torsione totale su se stessi non rimane più nulla. C’è solo degrado e abbandono creatosi nell’arco di poco più di dieci anni. I pompieri si sono trasferiti in una posizione più comoda allo scalo, le scuole hanno avuto la stessa sorte, del campo sportivo non è rimasta nemmeno l’ombra sostituito da uno dei più grandi anfiteatri della Calabria, creato con grandi prospettive di sviluppo ma che è aperto però un solo giorno all’anno (nella settimana dopo ferragosto). E poi ci sono loro, gli abitanti di Sant’Antonio, irriducibili – per utilizzare un aggettivo da stadio – e abbastanza incazzati. Soprattutto i più giovani che hanno visto sfiorire inermi il loro quartiere, diventato oggi una periferia desolata, ricettacolo di spacciatori, vagabondi e di coppiette in cerca d’amore rubato.
Un edificio pubblico morente
Al centro di tutto questo spettacolo spettrale c’è lo stabile dei vigili del fuoco, oggi di proprietà della Provincia di Cosenza. Un edificio pubblico morente, che cade a pezzi, lasciato al suo destino. Inutile enunciare tutte le cose pericolose. Però alcune risaltano troppo all’occhio da non poterle dire e denunciare. Come quel ratto di poco meno di trenta centimetri in putrefazione che - ci dicono i residenti – «sta li da almeno una ventina di giorni e puzza da morire». Oppure, per rimanere in zona olfatto, l’odore nauseabondo che esala dalle stanze della struttura: «Ci sarà forse il cadavere di qualcuno all’interno?» fa eco un altro signore. Già perché noi non ce la siamo sentiti di entrare dentro, non fosse altro perché è vietato, ma di pertugi e varchi per intrufolarsi in quel palazzotto a due piani, anche nascosti, ce ne sono a iosa. «Tanta gente entra qui dentro indisturbata – ci dicono ancora –, entra ed esce a piacimento, soprattutto nelle ore notturne». A fare cosa? «Ci sono i pusher» ci dice Elisabetta Salatino, residente del quartiere e da anni impegnata anche come portavoce del Comitato acqua per tutti (altro grande malanno di Corigliano-Rossano).
L’ultimo intervento: hanno tolto il parafulmine
A questo punto c’è da dire che l’ultimo intervento operato sulla struttura si è registrato qualche settimana fa, quando l’ente gestore ha portato via il traliccio che era dell’antenna radio dei vigili del fuoco (che fungeva pure da parafulmine). Per il resto in undici anni si è registrata solo qualche passerella politico-istituzionale di ex sindaci, assessori e presidenti della Provincia tutti con “solide” promesse di riutilizzo della struttura ma zero conclusioni.
Che si fa con questa bruttura abbandonata, che sarebbero due se si aggiunge anche quella che sta alle sue spalle, tre volte più grande e già sede dell’istituto tecnico aziendale, anch’essa inutilizzata e di proprietà di un privato?
Ora si attende la bonifica
Ora si attendono gli indirizzi della nuova Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano che prima di risolvere (o quantomeno avviare un’interlocuzione con la Provincia, proprietaria e responsabile dell’immobile) il dilemma della ex caserma dovrà affrontare la questione della bonifica del quartiere Sant’Antonio. In questi giorni è in atto la grande operazione Corigliano-Rossano pulita, voluta dal sindaco Stasi all’indomani della sua elezione. Di emergenze da risolvere ce ne sono tantissime in un territorio che è grande suppergiù quanto tutta la provincia di Prato e la grande opera di riqualificazione che si sta effettuando è sicuramente impegnativa. Ma ci sono quartieri, come quello di Sant’Antonio, che sono strategici soprattutto nel periodo estivo perché è qui che approdano parte dei flussi turistici. Allora è qui che bisogna intervenire e anche con urgenza.