Sui calanchi di fronte al mare e sulle prime alture dell’Appennino, così come al largo delle coste joniche: l’esplosione eolica riverniciata di “green” intrapresa dal Governo nazionale e sposata in toto dall’amministrazione Occhiuto, prosegue la sua corsa nell’individuazione di nuove caselle da occupare con torri e pale sempre più alte.

Torri e “parchi” che mangiano fette di territorio sempre più consistenti e modificano in profondità un paesaggio immutato da secoli. Con tanti saluti alle decine di sindaci che provano ad opporsi e ai tanti comitati ambientalisti che, in beata solitudine, tentano di interrompere una deriva inarrestabile che, sull’altare della transizione verde, rischia di trasformare la nostra regione in una sorta di Hub energetico nazionale preso d’assalto dalle grandi multinazionali delle rinnovabili, che in Calabria hanno trovato terreno più che fertile. Una sorta d’assalto alla diligenza in cui si inserisce (anche questo ammantato di “green”) anche il progetto per il rigassificatore che dovrebbe essere costruito alle spalle del porto di Gioia Tauro.

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Hub energetico

Progetti ambiziosi ed appalti milionari che, grazie alle facilitazioni procedurali garantite dal pacchetto energia varato dal Governo Meloni e rimbalzato sul piano integrato energia e clima varato dalla giunta regionale nel luglio del 2023, hanno portato, almeno sulla carta, la nostra regione ad un passo dalla totale autosufficienza energetica. «L’analisi del contesto energetico calabrese al 2020 – si legge nel Priec approvato dalla Giunta regionale la scorsa estate – evidenzia un significativo aumento nel tempo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, giungendo alla copertura dell’86% della domanda di energia elettrica calabrese». Una sostanziale autosufficienza energetica (garantita anche dalle 4 centrali a turbogas presenti in regione) costruita grazie all’aumento esponenziale di parchi eolici e fotovoltaici sorti un po’ ovunque negli ultimi anni sul territorio calabrese e che, si legge ancora sul documento «non soddisfa soltanto il fabbisogno interno regionale, garantendo, altresì, l’esportazione oltre regione dell’energia elettrica necessaria a coprire il fabbisogno energetico derivante dal sistema interconnesso di cui la Regione fa parte».

La torre inutile

Il Marchesato di Crotone, le pre Serre catanzaresi e quelle vibonesi: i colossi delle energie rinnovabili da anni fanno a gara per riempire nuove caselle produttive nel risiko del territorio regionale. Anche la Locride, territorio finora risparmiato dall’espansione incontrollata dei nuovi parchi eolici, ha visto la sua prima torre ergersi proprio alle spalle del paesino di Antonimina. Uno sfregio costruito a due passi da Gerace – autentico fiore all’occhiello del turismo di qualità nel reggino –  che però non è mai entrata in funzione e da quasi un anno resta lì, inutilizzata e bruttissima, appesa a due passi dall’Aspromonte. Un mostro translucido alto 150 metri, ennesimo esempio di predazione territoriale sulle spalle di un territorio che per fare passare i mega camion necessari al cantiere, ha sacrificato una porzione delle sue meraviglie naturali. «La pala non è mai entrata in funzione da quando è stata costruita l’anno scorso – dice un po’ sconsolato il sindaco di Antonimina Giuseppe Murdaca – e ora ci ritroviamo con questo gigante alle spalle del paese, per di più inutile. Non ho idea del perché l’impianto non sia mai entrato in funzione, a giorni dovrei incontrare i rappresentanti della società che la gestisce, spero che mi forniscano qualche informazione precisa».

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Il parco fantasma

E pochi chilometri più a nord, nel territorio del comune di Agnana, proprio sul percorso del “Cammino basiliano” – uno dei più suggestivi cammini regionali che attraversa la Calabria da nord a sud – dovrebbe sorgere un altro parco con cinque torri alle più di 200 metri. Ma da mesi, dopo un’iniziale accelerazione che aveva scatenato un vespaio di proteste tra cittadini e attivisti, su questo parco sembra essere calato il silenzio. Anche la pagina web dove si potevano controllare gli aggiornamenti relativi al progetto è sparita dal sito web della Regione: «Per la verità nessuna comunicazione è più arrivata al comune – dice il neo eletto sindaco Pino Cusato – dovrebbe essere indetta la conferenza dei servizi ma da mesi tutto tace. Speriamo che sia un buon segno».