Si va verso l'attivazione dei poteri sostitutivi nell'Ato di Cosenza, l'Ambito territoriale ottimale presieduto dal primo cittadino di Rende Marcello Manna, che annovera i sindaci dell'intera provincia bruzia. L'organismo, cui è demandata la gestione del ciclo dei rifiuti, non riesce a trovare una intesa sull'area in cui costruire l'ecodistretto, l'impianto a basso impatto ambientale e tecnologicamente avanzato, in cui conferire i rifiuti per la rigenerazione del materiale riciclabile e la trasformazione degli scarti in energia.

Scarico di responsabilità

I comuni dovrebbero fare a gara per aggiudicarsi l'infrastruttura: la Regione ha già messo sul piatto un finanziamento di 50 milioni di euro per la realizzazione, mentre l'amministrazione locale che ospiterà la piattaforma beneficierà di royalties stimate in 800 mila euro annui. Per il suo funzionamento poi, saranno assunti circa sessanta addetti, oltre a quelli dell'indotto. Ma la paura della reazione dei cittadini frena ogni scelta: per non mettersi contro gli elettori, sempre ostili all'idea di avere vicino casa un impianto di trattamento dei rifiuti, per quanto ecologico sia, i sindaci preferiscono scaricare la responsabilità della scelta ad un commissario. Con ogni probabilità sarà nominato lo stesso presidente dell'Ato, Marcello Manna.

Emergenza alle porte

Nel frattempo anche in provincia di Cosenza è alle porte l'emergenza ambientale. Con il blocco della discarica di Cassano, per l'effetto domino l'impianto di stoccaggio di Calabra Maceri a Rende non accetta più la frazione indifferenziata. Gli autocompattatori rimangono saturi e la spazzatura si accumula agli angoli delle strade. Grazie all'intermediazione dell'Assessore Regionale Antonietta Rizzo con gli agricoltori della zona, l'impianto sibarita potrà essere ampliato. Entro la giornata di domani, 13 settembre, dovrebbero quindi riprendere i conferimenti, con la conseguente riattivazione dell'intera filiera.