L'associazione ambientalista parla di intollerabili ritardi e auspica la stipula di un patto tra aree protette e comunità locali. L'obiettivo del 65% di raccolta resta ancora lontano
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Promuovere la corretta gestione dei rifiuti nei comuni delle aree naturali protette che hanno percentuali di raccolta differenziata ancora troppo bassi e avviare - d’intesa con le aree protette - azioni di riduzione dei rifiuti attraverso la gestione virtuosa dell’intero ciclo, garantendo la tutela dell’ambiente e del territorio e qualificando l’offerta delle strutture e delle località turistiche delle aree protette.
Risponde a questo duplice obiettivo “Parchi Rifiuti Free”, il nuovo dossier di Legambiente che fotografa, nei comuni situati nelle aree di maggiore pregio naturalistico, performance ancora insufficienti nella gestione dei rifiuti e in particolare della raccolta differenziata, nonostante tutte le amministrazioni italiane avrebbero dovuto raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2012.
I Parchi nazionali calabresi, più ombre che luci
Colpiscono in negativo i dati dei comuni dei Parchi nazionali calabresi: il Pollino con una raccolta differenziata pari al 57,16 %, la Sila con una raccolta differenziata al 48,98% e soprattutto l’Aspromonte che, non solo raggiunge una raccolta differenziata di appena il 34,74%, ma risulta in discesa di ben 6,81% rispetto all’anno 2020.In Calabria, invece, sono 22 i Comuni ricicloni presenti nel Parco nazionale del Pollino, 8 quelli presenti nel Parco nazionale della Sila e 3 quelli che insistono sul territorio del Parco nazionale dell’Aspromonte. Mentre solo 11 Comuni del Parco nazionale sui 56 complessivi raggiungono l’obiettivo previsto (75kg/abitante/anno di secco residuo) per essere qualificati come Comuni rifiuti free e sul versante calabrese del Parco sono solo 6: Frascineto, Buonvicino, Morano Calabro, Cersosimo, San Basile e Plataci. Comuni che possiamo considerare effettivamente virtuosi e con politiche ambientali coerenti con la tutela della natura e la missione del Parco nazionale.
«I parchi e le altre aree protette sono preziosissimi per la Calabria e possiedono una straordinaria rilevanza ecologica e ambientale oltre che socio- economica - rileva Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria - dovrebbe essere chiara a tutti la necessità sia di proteggere il patrimonio naturale esistente sia di aumentare la percentuale di territorio protetto istituendo nuovi parchi e riserve, incentivando la tutela della natura per come suggerito dagli obietti della Strategia della UE per il clima e la biodiversità».
«Le politiche di protezione ambientale non possono però rimanere sulla carta, come troppo spesso accade nella nostra Regione ma devono tradursi nella reale tutela di flora e fauna, nella cura attenta e nella gestione sostenibile del territorio a partire dal ciclo dei rifiuti. I Comuni che ricadono all’interno del perimetro delle aree protette hanno il dovere di essere virtuosi e diventare un simbolo per l’intera Calabria incrementando la raccolta differenziata per raggiungere, non solo gli obiettivi minimi previsti dalla legge, ma auspicabilmente raggiungere le percentuali più alte in tutta la Calabria. Purtroppo, attualmente, soltanto 6 Comuni calabresi del Parco nazionale del Pollino sono comuni rifiuti free e vanno nella giusta direzione».