La Conferenza delle Regioni, nella seduta odierna, ha approvato all’unanimità il documento sottoscritto il 24 luglio scorso a Termoli dai rappresentanti di sei Regioni italiane (Molise, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Puglia) riunite per condividere una visione ed una politica comuni sul tema della ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare.

 

I sette punti. A luglio, venne elaborato un documento articolato su sette punti. 1. Condivisa preoccupazione per lo sviluppo incontrollato di attività estrattive in zone costiere oltre che di pregio storico e naturalistico. 2. Mantenimento in capo Comunità regionali della prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare, da intendersi beni comuni e irrinunciabili. 3. Necessita’ del graduale superamento della attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in quanto basata sul consumo di fonti energetiche fossili, e contestuale progressivo ricorso a fonti energetiche alternative e rinnovabili. 4. Ineludibilita’ della concertazione con le Comunità regionali del mantenimento di attività estrattive nei tratti di mare prospicienti le coste, elevando il tema ad una più consona dimensione europea. 5. Urgenza di una Cabina di Regia nazionale fra Regioni costiere e competenti organi dello Stato, che elabori scelte condivise sulle aree nelle quali avviare o mantenere attività estrattive. 6. Centralità della via della condivisione e del dialogo con l’amministrazione centrale e richiesta ed al Governo dell’immediata apertura di un tavolo di confronto di caratura stabile e duratura. 7. Ricorso a tutti i mezzi (strumento referendario incluso) previsti o consentiti dell’ordinamento italiano, europeo ed internazionale, qualora non si consentano forme di condivisione e di dialogo.

 

Oggi, dopo che nell’ultima seduta del 13 ottobre la ‘Commissione Ambiente ed Energia’ delle Regioni licenziò il documento, il “Manifesto di Termoli” è stato approvato all’unanimità dalla “Conferenza delle Regioni”.