«In pochissime ore, il fuoco ha divorato tutto. Vegetazione, uliveti, vigne, coltivazioni e purtroppo anche animali da cortile, galline e conigli. È stato un momento bruttissimo, ci siamo sentiti impotenti». Chiara Patertì riveste la carica di assessore al Comune di Briatico. Anche lei e i suoi familiari hanno registrato ingenti danni per via dell'ondata di roghi che ha investito il territorio nella giornata di venerdì. Gli incendi hanno riguardato zona Safò, località Farci, monte Lapa, Briatico vecchio fino a lambire l'ex statale 522, e anche Paradisoni. Alcuni tratti di strada sono stati finanche chiusi: «Con i parenti, gli amici, abbiamo cercato di fare il possibile per arginare le fiamme. Con l'aiuto di tutti, il peggio è stato scongiurato. Purtroppo i vigili del fuoco erano impegnati su altri fronti. Quella è stata una giornata infernale, abbiamo capito subito che non potevano aiutarci in quei determinati momenti».

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Le fiamme lambivano i villaggi turistici

L'amministrazione guidata dal sindaco Lidio Vallone, si era subito attivata. Con l'aiuto dei vigili urbani e dei carabinieri, erano state sgomberate anche le spiagge nei pressi dei villaggi Baia della Rocchetta e Dolomiti. I turisti erano stati allontanati dal litorale e anche i gestori delle strutture ricettive si erano mobilitati per impedire il propagarsi dei roghi. Dopo l'inferno, arrivano le prime conte dei danni: «Centinaia di alberi distrutti, ulivi secolari devastati. Ci piangeva il cuore. Sono stata in campagna nella speranza ci fosse qualcosa di recuperabile. Ma nulla. Dei sacrifici di una vita non resta che cenere».

L’ipotesi roghi “pilotati”

Post incendi nel Vibonese

Gli incendi hanno inevitabilmente coinvolto quanto privati quanto aziende. C'è chi ha già preceduto a denuncia contro ignoti. Il timore che si tratti di roghi "pilotati" è alto, come confermato dal primo cittadino Vallone: «Pensiamo che le alte temperature siano state una concausa, c'è la percezione che dietro a questi fuochi, così distruttivi, vi sia la mano dell'uomo. Certo, non abbiamo certezza assoluta, ma i sospetti ci sono. In tutto il comprensorio era un pullulare di roghi. Solo nell'area del cimitero, per fare un esempio, erano distribuiti circa trenta fuochi. Le fiamme erano alte tra i 4 e 5 metri. Il vento ha potuto determinare così tanti danni?».

Vigili del fuoco stremati

Il sindaco Vallone sottolinea: «La vegetazione è sparita, anche in aree molto estese. Coltivazioni non ce ne sono più. Abbiamo anche rischiato che il fuoco raggiungesse case, locali, villaggi.  È stata una corsa contro il tempo. In campo autobotti anche privati, la protezione civile.  Con la Prefettura i contatti sono stati costanti. I vigili del fuoco sono intervenuti successivamente con due unità ma non riuscivano a far fronte a tutte le richieste nel territorio. Alcuni operatori erano in servizio dalle 8 del mattino. Erano stremati». L'intenzione è quello di agire sia sul fronte dei ristori che sulla prevenzione: «La gente è amareggiata. Bisognerà dare risposte. Certamente, in sinergia con gli altri enti, si dovrà discutere di prevenzione, di progetti e strategie per favorire le operazioni di soccorso. Al contempo si dovrà ragionare sull'importanza di implementare uomini e mezzi. Così è invivibile. Alluvioni, incendi, rischio sismico. Bisogna avere gli strumenti giusti per saper fronteggiare le emergenze».