Wwf, Lipu, Italia Nostra e Legambiente scrivono al presidente Occhiuto e all'assessore Gallo per chiedere lo stop per 30 giorni dell'attività venatoria per far fronte alla «sofferenza degli ecosistemi»
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Stop alla caccia. È quanto chiedono alla Regione Calabria alcune associazioni ambientaliste alla luce della situazione degli ultimi giorni sul versante del clima e degli incendi. «Questi ultimi giorni – si legge in una nota – sono stati caratterizzati da una situazione meteorologica decisamente critica, contraddistinta da temperature massime assai elevate, che ha determinato in tutta la Calabria una situazione di accentuato stress in molti ecosistemi. Per le specie legate ad habitat terrestri totalmente o parzialmente chiusi, la situazione appare particolarmente difficile, aggravata dagli incendi che hanno recentemente interessato vaste aree del territorio calabrese (Cosentino, Vibonese, Crotonese, Reggino e Catanzarese) e che, oltre a causare la morte di un numero imprecisato di animali selvatici, hanno limitato fortemente la disponibilità degli ambienti e delle risorse trofiche essenziali per la fauna, e ridotto, in alcuni contesti a zero le possibilità di rifugio».
A firmarla Giorgio Giovanni Berardi, consigliere nazionale e coordinatore regionale della Lipu per conto di Wwf Calabria, Lipu odv Calabria, Italia Nostra e Legambiente Calabria.
«Considerate quindi – si legge – le condizioni di pericolo per la stessa sopravvivenza degli animali selvatici scampati alla furia del fuoco e lo stato di forte perturbazione in cui gli stessi versano, le associazioni ambientaliste Wwf, Lipu odv, Italia Nostra e Legambiente nella persona dei rispettivi rappresentanti regionali e provinciali, chiedono che il presidente della Regione Calabria, il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, caccia e pesca ognuno per le proprie competenze, pongano in essere tutti gli atti necessari al fine di sospendere a partire dalla data odierna per giorni 30, l’esercizio dell’attività venatoria nelle provincie di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria».
«Chiedono, altresì – conclude la richiesta –, che in ossequio alla legge 157/1992 e quanto previsto nel calendario venatorio 2023/2024, vogliano vietare immediatamente e per il prosieguo della stagione di caccia, l’attività venatoria in tutte le aree percorse dal fuoco di questi giorni e non comprese nella mappa degli incendi, allegata al Calendario venatorio, demandando ai carabinieri forestali, alla polizia provinciale e alle forze dell’ordine competenti, il controllo dell’osservanza del predetto divieto».