Il colosso energetico A2A detiene il controllo dei laghi silani ed effettua rilasci di ingenti quantitativi per alimentare le sue centrali idroelettriche ma i bacini di accumulo che dovrebbero recuperare la risorsa per irrigare i campi hanno capacità nettamente inferiori. Così l’eccesso finisce direttamente nel Mar Jonio
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Chissà se una gestione diversa, forse più oculata, dell’acqua avrebbe potuto contribuire se non del tutto ad eliminare ma quanto meno a mitigare gli effetti della crisi idrica che quest’estate ha messo in ginocchio la Calabria, con la complicità di una siccità prolungata che ha infine indotto la Regione a chiedere al ministero dell’Agricoltura il riconoscimento dello stato di calamità.
Risorse idriche in Calabria e opposti interessi
Quel che è certo è che la risorsa idrica in Calabria è ancora oggi oggetto di una annosa contesa. Al centro di opposti interessi che producono un risultato oscillante tra lo sperpero d’acqua e l’esiguità di risorsa che in molti periodi dell’anno asseta i campi e i rubinetti, soprattutto su una parte del versante ionico calabrese. Al netto dell’eccezionale ondata di siccità con scarse precipitazioni che ha colpito quest’anno tutto il sud Italia, la Calabria è una regione assai ricca d’acqua.
Preziose e abbondanti riserve idriche in Calabria
In particolare, l’altopiano silano è dotato di diversi laghi, tre dei quali gestiti da A2A, colosso quotato in borsa, secondo produttore di energia elettrica in Italia che annovera tra i suoi principali azionisti il comune di Brescia e quello di Milano. La multiutility amministra in concessione dal 2009 la grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico dei laghi Arvo, Ampollino e Passante. Insieme, una riserva idrica di oltre 170 milioni di metri cubi d’acqua, votata però principalmente alla produzione di energia idroelettrica.
Risorse idriche calabresi, la supremazia industriale
Supremazia esercitata legittimamente in virtù di una convenzione acquisita 15 anni fa da A2A ma stipulata nel lontano 1969 dalla Cassa per le opere straordinarie nell’Italia meridionale e Enel che ancora oggi stabilisce i quantitativi d’acqua che la società lombarda è obbligata a rilasciare per soddisfare le necessità irrigue e potabili della fascia ionica catanzarese e crotonese.
Siccità, le necessità del Catanzarese
24 milioni di metri cubi all’anno da giugno a settembre dalla diga del Passante invasati a Simeri nel catanzarese all’interno di un bacino di accumulo della capienza di 320mila metri cubi, da qui distribuiti agli agricoltori per la coltivazione dei campi.
Risorse idriche in Calabria, sprechi insostenibili a Crotone
Ancora, 33 milioni di metri cubi all’anno da maggio a settembre dai laghi Arvo e Ampollino lungo il fiume Tacina, invasati nella vasca di Sant’Anna nel crotonese dalla capienza di 16 milioni di metri cubi per soddisfare le necessità potabili e irrigue di residenti e agricoltori dell’area di Isola Capo Rizzuto e Cutro nel crotonese. Quantitativi oggetto poi di una rimodulazione siglata nel 2021, dopo le feroci proteste per la continua carenza d’acqua nell’area in cui si coltiva anche il finocchio, aumentati quindi fino a 37 milioni di metri cubi all’anno.
Lungo il fiume Neto
E, infine, 140 milioni di metri cubi nell’arco di un intero anno provenienti dai laghi silani Arvo e Ampollino lungo il fiume Neto sempre nel crotonese, invasati nella centrale di Calusia di una capienza massima di un milione di metri cubi a servizio dell’impianto di potabilizzazione e irriguo dell’area di Crotone e Rocca di Neto.
Più salti, più energia elettrica
La vasca di accumulo rappresenta il terminale di un lungo processo che consente alla società lombarda di produrre energia idroelettrica attraverso la movimentazione dell’acqua. Dai laghi silani fino al bacino di Calusia le masse d’acqua vengono incanalate verso dislivelli, il salto produce determinati quantitativi di chilowattora.
Le oscillazioni... dei prezzi
Sebbene i quantitativi di risorsa da rendere disponibili annualmente a fini potabili e irrigui siano stati rigidamente fissati nella concessione del 1969, i rilasci d’acqua possono però subire variazioni in determinati periodi dell’anno o fasce orarie in relazione al maggiore o minore bisogno di produzione di energia elettrica.
Scariche d’acqua
Se vi è necessità o urgenza, legate alle variazioni di prezzo dell’energia sul mercato o al mantenimento in tensione della rete elettrica, la multiutility può quindi decidere di scaricare masse d’acqua nettamente superiori alle capacità di contenimento del bacino di accumulo. La centrale di Calusia ha, appunto, una capienza massima di un milione di metri cubi, l’acqua in eccesso fluisce nel fiume Neto per essere scaricata a mare.
Il combinato disposto
Si stima che nell’arco di un anno possano andare persi fino a 50 milioni di metri cubi d’acqua per effetto di un combinato disposto: la programmazione di rilasci finalizzata prioritariamente alla produzione industriale di energia idroelettrica unita ad una carenza infrastrutturale che impedisce di accumulare e preservare la preziosa risorsa, invocata a gran voce da cittadini e agricoltori nei periodi di maggiore siccità.
Dove tanto, dove niente
Se, infatti, attraverso il fiume Neto enormi quantitativi di risorsa vengono scaricati a mare, lungo il fiume Tacina, invece, i territori patiscono la carenza d’acqua, tanto da indurre la Regione nel 2021 a chiedere alla società lombarda una parziale rimodulazione dei termini della convenzione per concederne un maggior quantitativo.
Il paradosso Calabria
È il paradosso in cui si dibatte la Calabria. Regione assai ricca d’acqua, risorsa eminentemente pubblica assoggettata a scopi industriali (o privati), al centro di opposti interessi capaci anche di generare un effetto schizofrenico: sperpero d’acqua con condotte a secco. Un effetto destinato a perpetuarsi ancora a lungo, al netto di eventuali interventi risolutivi, se ci saranno.
Il futuro nella competizione
La trentennale concessione detenuta da A2A andrà a naturale scadenza il 31 dicembre 2029. E per l’occasione il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha già anticipato le sue intenzioni. «Competition is competition» aprendo così al possibile scardinamento di un monopolio che dura da 15 anni. La concorrenza di mercato come panacea di tutti i mali, ammesso che nel 2029 l’attuale governatore sia ancora alla guida della Regione o la Regione riesca a far prevalere in quell’occasione anche i suoi di interessi. Sarebbe la prima volta, dal 1969.