«Caro sindaco di Tortora, che grande delusione è stato. Ha preso in giro me e i cittadini dell’alto Tirreno cosentino». È l'incipit della lettera che il geologo Carlo Tansi e leader del movimento civico Tesoro Calabria ha scritto pubblicamente al sindaco Antonio Iorio, dopo gli ultimi risvolti dell'impianto che sorge al confine calabro-lucano. Di recente il Tar Basilicata, chiamato a decidere sull'incidenza delle attività dell'impianto si smaltimento dei rifiuti pericolosi e non nella Valle del Noce (considerata zona speciale di conservazione), ha dichiarato estinto il ricorso perché avanzato oltre i limiti di tempo consentiti per legge.

La terra dei fuochi

Qualche mese addietro, Tansi e Iorio si erano confrontati sull'argomento durante un dibattito in una tv locale. In quella occasione, scrive il leader del movimento arancione, il primo cittadino «aveva affermato pubblicamente che, se avessero riaperto il depuratore-killer di San Sago, lei si sarebbe incatenato davanti ai cancelli con me e si sarebbe dimesso da sindaco. Ricorda?». Inoltre, proprio Iorio aveva avanzato forti dubbi sulla gestione dell'impianto e sull'attività di smaltimento che avviene proprio a ridosso del fiume che sfocia nel Mar Tirreno. Nel 2011, a seguito di numerose proteste ambientaliste, la procura di Paola sequestrò e chiuse l'impianto per indagare sul presunto inquinamento ambientale. «Come lei sa - continua Tansi, rivolgendosi al sindaco -, questa è anche un’area, come tutto l’alto Tirreno cosentino, in cui è altissima l’incidenza dei tumori, anche per la stretta vicinanza di altre bombe ecologiche micidiali: la Marlane di Praia a Mare e la discarica di Scalea, entrambe sequestrate sempre dalla Procura di Paola, perché altamente cancerogene. Insomma un angolo di paradiso tra i più belli d’Italia, e forse tra i più belli del mondo, trasformato in una Terra dei Fuochi».

Il rischio della riapertura

Dopo anni di diatribe giudiziarie, ad aprile 2021 una determinazione dirigenziale del dipartimento Ambiente ed Energia – Ufficio Compatibilità della Regione Basilicata autorizzava la riapertura dell’impianto. Il comune di Tortora aveva fatto ricorso contro il provvedimento rivolgendosi al Tar della Calabria, ma questo ad ottobre si è dichiarato territorialmente incompetente. Quindi si era deciso di interpellare il tribunale amministrativo regionale della Basilicata, ma la pratica è stata avanzata in netto ritardo. Così, a dieci anni dalla sua chiusura, ora l'impianto di San Sago rischia di riaprire. La parola ora passa alla Regione Calabria. Se anche il Dipartimento Ambiente della Cittadella darà l’ok, il depuratore di San Sago potrà riaprire.

L'amarezza di Tansi

«Qui si parla del futuro di un paese che vive di turismo, della risorsa mare - dice ancora il geologo nella sua lettera -. Qui si parla della vita delle persone, dei nostri figli. Ecco quindi che non si può sbagliare. E poi per favore, finiamola di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, dicendo che non si deve parlare pubblicamente di questi problemi perché rovinano il turismo». Poi il riferimento al prestigioso riconoscimento della Fee: «Riaprire il depuratore può inquinare il vostro mare e far perdere il tanto agognato vessillo “Tortora Bandiera Blù 2021». E conclude: «Resta ancora una volta l'amarezza per una politica del tutto inconsistente e lontana mille miglia dalla gente. Nel frattempo, caro Sindaco, resto in attesa di un suo cortese riscontro. Grazie».