Al centro della querelle l’acquedotto catanzarese: «La Regione imponga l’immediata riattivazione»
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«Prendiamo atto che Sorical abbia presentato una denuncia contro “tale Francesco Di Lieto” per “l’assolutamente immotivato allarme sociale che il contenuto dell’articolo può avere ingenerato nella popolazione residente nei centri serviti dall’acquedotto Corace“. Seppur lusingati di cotanta considerazione, vogliamo rassicurare l’Ing. De Marco di aver già provveduto a portare la vicenda all’attenzione della Procura della Repubblica di Catanzaro». Così un comunicato stampa del Codacons.
«Tanto abbiamo fatto – continua - (e continueremo a fare) nonostante un clima soffocante e liberticida che attanaglia la Calabria e che punta a screditare ed impedire ad associazioni, evidentemente scomode, di esercitare un importante ruolo di controllo e denuncia nell’interesse dei Cittadini. Quindi le minacciate denunce - sostiene l’avv. Francesco Di Lieto - non potranno che consentirci di discutere, dinnanzi ad un Giudice, sia di quello che riteniamo un sistema illegittimo di tariffazione, sia di una serie di disservizi che i Calabresi sono costretti a pagare sulla loro pelle».
L’attenzione del Codacons si è poi concentrata sulle «doglianze di Sorical»: «Iniziamo dal titolo del comunicato: “Fermo impianto di deferrizzazione del “Corace" a Catanzaro”. Falso? No. Tutto vero. A confermarlo è proprio Sorical. L’impianto del “Corace” è stato realizzato proprio per le caratteristiche dei pozzi dai quali viene prelevata l’acqua che hanno “un’alta concentrazione di ferro”. Sorical precisa che l’impianto è stato fermato perché le acque non superano il limite di concentrazione del ferro, affermando che il trattamento di deferrizzazione comporterebbe azioni fortemente impattanti sull’ambiente. Pur lodando la coscienza ecologista di Sorical, occorre precisare che le azioni impattanti che comporterebbe il funzionamento dell’impianto sono soltanto le spese necessarie a farlo funzionare. E quelle spese sono proprio a carico di Sorical, così come stabilito nella Convenzione sottoscritta tra Regione e la stessa Sorical. Ma il “cuore” del problema è che, a prescindere dal limite (200 μg/l), Sorical deve assicurare la migliore qualità dell’acqua da destinare ai Calabresi».
L’associazione prosegue: «Spiace che l’ing. De Marco ometta di ricordare il disposto dell’art. 4, comma 3 del D.L.vo nr. 31/2001 (“Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”) che non permette “un deterioramento del livello esistente della qualità delle acque destinate al consumo umano”. La società in liquidazione precisa, quindi, che le evidenze scientifiche “escludono in maniera assoluta qualsiasi scenario di rischio correlato alla concentrazione di ferro nell’acqua da bere”. Ma allora qualcuno dovrà spiegarci perché, per questo impianto, abbiamo pagato circa due milioni di euro!».
E ancora: «La Sorical prosegue evidenziando come “il valore guida di legge abbia perlopiù un solo significato estetico (“pare brutto”), intendendosi in tal senso che un eventuale superamento potrebbe al massimo generare una leggera torbidità dell’acqua ma nulla di più”. C’è chi è rimasto inorridito dinnanzi siffatta affermazione e comunque restiamo convinti che l’acqua potabile non debba essere sporca perché automaticamente diventa non adatta al consumo umano. Ma, di questo, avevano già avuto modo di accorgersene gli Utenti che vedono sgorgare dai rubinetti acqua con una imbarazzante colorazione marrone. Altro che allarme … a Catanzaro quell’acqua non la beve nessuno e non per un problema “estetico”. Banalizzare la qualità dell’acqua equivale ad offendere i Cittadini. Non ce ne vorrà Sorical, ma ci costringe a ricordare quando, per sostenere la potabilità delle acque dell’Alaco, ebbe ad argomentare che, in fondo, “il manganese è un elemento normalmente presente nella dieta alimentare”».
«Per quella vicenda, se non ricordiamo male, - continua la nota - non solo l’allora presidente di Sorical, attuale sindaco di Catanzaro, ma anche qualche funzionario Sorical e, finanche un omonimo del nostro severo ingegnere, si ritrovano sotto processo. Mentre il Codacons, anche allora accusato di ingenerare allarmismo, è stato ammesso parte civile».
Tornando al “Corace” «Sorical deve provvedere, immediatamente, a riattivare l’impianto per assicurare ai Catanzaresi una migliore qualità dell’acqua- prosegue Di Lieto -. Ed è inconcepibile il silenzio della Regione che avrebbe dovuto controllare ed impedire che l’impianto fosse fermato, peggiorando così la qualità dell’acqua erogata. Se, infine, l’intento di Sorical è quello di ridurre al silenzio chi ha il coraggio di raccontare quanto accade nella nostra regione - conclude Di Lieto - sappia l’Ing. De Marco, che non ci lasceremo intimidire. Perché in questa vicenda ad essere minacciati non sono solo i diritti dei Calabresi, ma anche i principi e le leggi poste a tutela di un sistema che ci ostiniamo a considerare democratico».