VIDEO | La mobilitazione contro la realizzazione degli impianti tocca Catanzaro: «La nostra terra non deve essere colonizzata da imprenditori che speculano». Manifestazioni anche in Sardegna e Basilicata
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Sono 10mila le firme finora raccolte dal coordinamento regionale Controvento a corredo di un appello rivolto al presidente della Regione Calabria. Un appello per «fermare la speculazione e la distruzione del territorio» che si accompagna alla transizione energetica. In Calabria, come in altre regioni del sud Italia, si moltiplicano le richieste di autorizzazioni per la costruzione di impianti eolici.
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La protesta a Catanzaro
«Penso che la Calabria e il sud non debbano essere colonizzato da questa nuova ondata di imprenditori che speculano su un problema come quello dell'approvvigionamento energetico ma che deve essere equilibrato tra tutti i territori d'Italia» ha chiarito il sindaco di Stalettì, Mario Gentile, che ha partecipato questa mattina al sit in di protesta inscenato sotto la sede della Prefettura di Catanzaro, insieme ad altri primi cittadini.
«Noi siamo interessati da questo progetto offshore a mare - ha aggiunto - a cui ci stiamo opponendo con atti amministrativi e una delibera di giunta che porteremo in Consiglio comunale. Stiamo tentando di arginare una devastazione, per me, selvaggia». Una delegazione del coordinamento ha avuto un incontro in Prefettura. Hanno consegnato un fascicolo contenente osservazioni ai progetti di costruzioni di impianti eolici e i ricorsi al Tar per dimostrare l'esistenza di un movimento contrario.
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«Non accettiamo la distruzione del territorio»
«Non accettiamo la distruzione del territorio per avere in cambio una riduzione del costo della bolletta» ha chiarito Pino Commodaro, componente del coordinamento. «Noi vogliamo che il nostro territorio rimanga intatto perché ci sono altre possibilità per convertire ecologicamente il nostro Paese. Si pensi, ad esempio, alle comunità energetiche per rendere autosufficienti i comuni».
Manifestazioni di protesta non solo in Calabria ma anche in Sardegna e in Basilicata. Il 15 giugno il coordinamento ha organizzato una nuova iniziativa a Reggio Calabria con la chiusura della raccolta firme e successiva consegna al presidente della Regione Calabria. «C'è una mobilitazione per dire in maniera precisa che noi a questa devastazione del territorio e a questo suicidio stragista non ci stiamo».