Nel Parco Nazionale del Pollino sono stati scoperti faggi di oltre 600 anni, una longevità massima nell’ambito della foresta temperato decidua (quelle foreste caratterizzate da un ciclo stagionale che prevede la perdita di tutte le foglie all'inizio della stagione fredda e il rinnovo della chioma all'inizio della stagione calda) che annovera questi alberi nell’olimpo dei più vecchi di Europa con latifoglie decidue di clima temperato tra le più antiche del mondo. Il segreto di lunga vita è una crescita lenta ma che aumenta nel corso dei secoli, una condizione che sembra accomunare molti alberi longevi del pianeta inclusi i pini loricati.

La notizia viene riportata dal sito de Le Scienze, che cita come fonte l’Università della Tuscia.

Il Parco del Pollino conquista, così, il prima naturalistico: lo studio riportato dal portale riassume l’articolo “Lessons from the wild: Slow but increasing long-term growth allows for maximum longevity in European beech”, pubblicato in “Ecology”.

«Studiare i vecchi alberi, priorità assoluta»

«Scoprire, studiare e preservare le foreste vetuste e i vecchi alberi è una priorità assoluta per la conservazione della natura in questa epoca di cambiamenti globali», spiegano i ricercatori (Gianluca Piovesan, Franco Biondi, Michele Baliva, Giuseppe De Vivo, Vittoria Marchianò, Aldo Schettino, e Alfredo Di Filippo) che hanno seguito da vicino il lavoro scientifico.

Nello studio citato è stato «utilizzato il metodo dendrocronologico, ossia basato sulla misurazione degli anelli di accrescimento, per ricostruire le storie di crescita degli alberi in una faggeta vetusta altomontana del Pollinello (Parco Nazionale del Pollino)».

I due alberi - datati oltre 620 anni, una longevità massima nell’ambito della foresta temperato decidua - sono stati chiamati Michele e Norman in memoria del botanico Michele Tenore e del viaggiatore e scrittore Norman Douglas che, rispettivamente, nell’ottocento e nei primi del novecento descrivono le fantastiche foreste del Pollino rimarcando la naturalità diffusa degli ecosistemi. «Tuttavia, una ricostruzione delle età evidenzia la possibilità che alcuni alberi con il tronco cariato possano avere oltre 800 anni fino a sfiorare il millennio», sottolineano i ricercatori.

 

Per fortuna la faggeta del Pollinello è stata solo marginalmente toccata dalle forti utilizzazioni forestali del secolo scorso – spiegano – per cui, ancora oggi, si rinvengono tratti praticamente antichissimi dove gli alberi nascono, crescono e muoiono seguendo un ciclo naturale. Un lustro ulteriore per il Parco del Pollino, dopo la candidatura del pino loricato nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”.