I sindaci dell'area protetta calabro-lucana scelgono una strategia di rilancio per i territori. Sul piatto anche un bando da 1 milione di euro per gli operatori turistici
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Un anno d'oro quello appena concluso per il Parco nazionale del Pollino. Basti pensare che nel 2019 il piano dei finanziamenti totali che si traducono in «interventi in piena realizzazione» parla di circa 10 milioni di euro, tra fondi intercettati a livello regionale e nazionale attraverso i bandi del Ministero per l'Ambiente. Ma quello che inizia, nonostante si porti dietro gli strascichi dell'emergenza Coronavirus, è pronto a sfornare altrettanti «poderosi investimenti» per altri dieci milioni che guardano al turismo sostenibile e alla mobilità verde in una delle aree protette più grandi d'Italia compresa tra Calabria e Basilicata.
Gli investimenti
Un territorio che è stato interessato poco o niente dal contagio del Covid 19 - che però ha imposto «nuovi paradigmi di cui tener conto per l'offerta turistica» - ma che oggi nella fase di ripartenza vuole guardare con rinnovata speranza alla stagione alle porte così come al prossimo autunno - inverno. Circa un milione di euro di «risorse del parco divenienti da avanzi di amministrazione appostati nel conto consuntivo» - spiega il presidente dell'Ente Domenico Pappaterra - saranno destinati per «mettere in campo misure a sostegno degli operatori turistici sul modello del turismo scolastico già sperimentato» e che nel passato ha decretato un «effetto moltiplicatore» sull'economia dei territori che «ha prodotto 8 volte» le cifre investite dall'ente. «Nella stagione che partirà da fine settembre a fine maggio 2021 - afferma Pappaterra - contiamo di mettere in campo un movimento di 10 milioni di euro» a fronte del milione investito dall'ente sovraterritoriale.
Il turismo di prossimità
Negli operatori del Pollino «non c'è rassegnazione ma grande volontà di ripresa» afferma il presidente che più volte ha ascoltato le voci del territorio attraverso video conferenza sul tema del turismo. La volontà precisa è quella di riconquistare la «platea del turismo di prossimità», vale a dire tutte quelle regioni del Sud che da sempre amano e frequentano il Pollino, senza rinunciare «ai turisti che vengono dal nord Italia e quelli che arrivano dall'estero da quando siamo entrati nella rete dei Geoparchi Unesco» che ha dato all'area calabro lucana la visibilità internazionale rafforzata dalla riconferma della Carta Europea del Turismo Sostenibile.
Un parco che farà della mobilità ecosostenibile il suo biglietto da visita con la costruenda ciclovia dei Parchi che attraversa il Pollino, il bike sharing che sarà un fuori all'occhiello di molti punti visita, i bus elettrici che saranno dislocati in «tre punti strategici» dell'area verde: Valle del Frido, piano di Campotenese e Valle dell'Argentino per consentire il trasferimento dei turisti in alta quota nel rispetto dell'ambiente. Senza dimenticare i quasi tre milioni di euro per la rete sentieristica pronta ad accogliere i trekker e gli appassionati della montagna.