Il dirigente che coordina l'impiego delle risorse per gli interventi programmati in Calabria ammette le difficoltà, causate soprattutto dall'organico insufficiente e dai ritardi accumulati dai Comuni, ma rivendica i risultati raggiunti in termini di fondi impiegati
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Quando Giuseppe Nardi, commissario per il contrasto al dissesto idrogeologico della Regione Calabria, si è insediato ha trovato il vuoto o quasi. Il suo ufficio era composto da cinque consulenti della Sogesid, società a partecipazione statale di ingegneria e assistenza tecnica specialistica, e due dipendenti comandati da altri enti. Basta questo per capire come sia difficile mettere a terra la gran mole di risorse destinate alla difesa del suolo calabrese. Stiamo parlando di 478 milioni di euro che, secondo quanto riporta il cruscotto del sito governativo Opencoesione, sono terribilmente fermi al palo.
Terra fragile | Dissesto idrogeologico, la Calabria non sa spendere: 470 milioni fermi all’Ufficio del commissario
La realtà però è un po’ diversa. Nardi, infatti, sostiene che il sito non sia aggiornato. Questo perché è alimentato dai dati che invia la stessa Regione e, vista la carenza di organico, l’invio non sempre avviene con la necessaria puntualità. In proposito quindi ci ha inviati i dati aggiornati al 31 dicembre 2022 che in effetti divergono leggermente da quelli pubblicati, ma nella sostanza confermano la grande difficoltà a spendere quelle risorse. Secondo l’ufficio del commissario su 347 interventi ne sono stati conclusi e collaudati 127 mentre 220 sono in corso. Di questi però solo 11 sono in fase di collaudo.
Tutto questo porta al fatto che dei 478 milioni ad oggi ne sono stati spesi 147 con una percentuale della spesa che si aggira sul 31%. Discorso a parte merita il fiume Crati che nel nostro articolo abbiamo preso a paradigma di questa situazione, visto che il lato destro esonda in media una volta ogni quattro anni. In questo caso si sono verificati una serie di intoppi burocratici, dovuto anche al cambio del Rup (responsabile unico procedimento). Al momento il progetto è in procinto di passare al vaglio della Conferenza dei servizi per ottenere i necessari pareri legali.
Nardi, che è in carica da circa un anno, si dice comunque soddisfatto del suo lavoro. Nella nota dice infatti di aver impresso una decisa accelerazione alla spesa. Lo dimostrerebbero i numeri diffusi dal suo ufficio: i progetti esecutivi approvati sono 36 (in rapporto ad una media degli ultimi anni pari a 17); i contratti pubblici sottoscritti sono pari a 22 (la media degli ultimi anni era 9); l’avanzamento della spesa è pari a 27 milioni (la media degli ultimi due anni era pari a 12,3); i mandati di pagamento sono stati 448 (media degli ultimi due anni 360).
Insomma qualcosa si sta muovendo e Nardi sostiene che con la giusta dotazione organica molto di più si sarebbe potuto fare. Su questo si sta muovendo. Ha infatti ottenuto il comando dal dipartimento Bilancio di un direttore finanziario e dal dipartimento Ambiente di un direttore tecnico. Nello stesso tempo è stata modificata la convenzione con Sogesid per reperire almeno un paio di ingegneri, un geologo (la struttura ne era priva!) e due avvocati esperti in contrattualistica pubblica. Questa procedura con ogni probabilità si dovrebbe concludere entro la prossima settimana. In più nell’ultimo decreto Milleproroghe è prevista la possibilità di assumere, in tutta Italia, 200 unità tecniche da assegnare alle varie strutture commissariali. Da qui dovrebbe arrivare altro personale.
Ma i problemi non sono legati solo alla debolezza della struttura commissariale, ma, come abbiamo scritto, anche a quella dei Comuni che spesso non hanno le risorse in grado di assicurare una tempestiva programmazione. Per ovviare a questo problema la struttura commissariale «ha in corso di formalizzazione una convenzione con Invitalia S.p.A. al fine di garantire un adeguato supporto giuridico, tecnico ed amministrativo a tutti i Comuni interessati nonché la predisposizione di una Centrale Unica di Committenza. Ciò consentirà una importante riduzione dei tempi medi di realizzazione degli interventi e solleverà le amministrazioni locali interessate da tutta una serie di incombenze endoprocedimentali»
Infine c’è un problema che non riguarda solo il dissesto idrogeologico ma diversi ambiti ovvero quello legato al rincaro dei prezzi. Il commissario nella sua nota parla di «uno sbilancio in ordine alla copertura finanziaria nei rispettivi quadri economici dovuto al noto problema del caro materiale, soprattutto per quei progetti in carico al Commissario di Governo ed inseriti nel PNRR. Per questi ultimi si attende una soluzione dal Governo nazionale, per i rimanenti interventi si è adottato uno specifico provvedimento di certificazione di economie in capo alla stazione appaltante ad implementazione della previgente dotazione finanziaria, previa autorizzazione in corso del ministero competente».
Questo quindi il quadro in cui opera la struttura commissariale. Un quadro certamente complicato che ha portato ai ritardi sulla spesa di cui abbiamo parlato. Eppure intervenire è urgente vista l’orografia della nostra regione. L’amministrazione Occhiuto su questo vuole accelerare.